Wolfsburg, 21 dic. (askanews) - Volkswagen, la più grande casa automobilistica tedesca e la seconda del mondo, ha raggiunto un accordo con il suo sindacato, ponendo fine a una situazione di stallo che da tre mesi scuoteva il paese. In base all'accordo, scaturito dopo oltre 70 ore di trattative, l'azienda ha accettato di tenere aperte tutte le 10 fabbriche in Germania e di garantire i posti di lavoro dei dipendenti fino alla fine del 2030. In cambio, il sindacato, IG Metall, che rappresenta la maggior parte dei lavoratori della Volkswagen, ha ritirato la sua richiesta di aumenti salariali fino al 2031. In gioco non c'erano solo i salari, ma anche le basi su cui Volkswagen intende risolvere il problema di troppi lavoratori e troppi pochi ordini, in un contesto di domanda in calo in Europa e all'estero e di crescente concorrenza da parte delle case automobilistiche cinesi. Alla fine, le due parti hanno raggiunto un compromesso.
"Abbiamo ridotto la capacità tecnica nei siti tedeschi di oltre 700.000 veicoli e gli accordi ridurranno i costi di sviluppo e manodopera a un livello competitivo. Sono decisioni difficili, ma sono anche decisioni importanti per il futuro" ha detto Thomas Schaefer, CEO di Volkswagen Passenger Cars.
Le lotte hanno messo a dura prova i forti legami dell'azienda, che ha 87 anni, con i suoi circa 120.000 lavoratori in Germania, che hanno affermato che la dirigenza aveva tradito il patto sociale del tradizionale sistema di contrattazione collettiva del paese, in cui il benessere dell'azienda e dei suoi dipendenti hanno lo stesso peso.