Roma, 12 giu. (askanews) - Il consorzio di ricerca applicata Seapower scommette tutto sull'eolico offshore galleggiante per fronteggiare l'impegno dell'Italia verso la Comunità europea per la transizione energetica. Un workshop organizzato dall'Università Federico II di Napoli e Seapower, ha riunito tutti i principali attori, tra cui Università, enti di ricerca, industrie, sviluppatori, aziende produttrici di componenti, operatori del settore, della logistica portuale, del settore marittimo e della pesca ed organizzazioni interessate, con l'obiettivo di contribuire alla creazione di una filiera tutta italiana per la ricerca, lo sviluppo e la produzione delle turbine eoliche galleggianti offshore.
Domenico Coiro, Professore Università Federico II di Napoli e Presidente Seapower: "L'Italia deve raggiungere l'obiettivo di produrre il 55% dell'energia elettrica da fonti rinnovabili. Uno dei modi possibili per farlo è quello di sviluppare i campi eolici offshore che sono fatti da turbine eoliche molto grandi, tipo la Torre Eiffel per dare un'ordine di grandezza delle dimensioni con piattaforme che pesano moltissimo, stiamo parlando di circa 20.000 tonnellate". Tra le principali criticità emerse la pianificazione dello spazio marittimo, costi e infrastrutture. Francesco Lioniello, vice-presidente Seapower: "La mole degli investimenti è veramente cospicua, andiamo da 30 ai 200 miliardi di euro di investimenti", ha spiegato.
Secondo Seapower, il necessario incremento di energia rinnovabile da ora fino al 2030 (pari a circa 55.000 Gwh) dovrà essere coperto principalmente da eolico e fotovoltaico. C'è tuttavia il tema della "gestione dei conflitti": "Sulla stessa area possono insistere più di un intervento, più di un progetto, ma non c'è una legge, un vademecum sulle modalità di assegnazione prioritaria ad uno o all'altro. Quindi come gestire questi conflitti è un tema ancora aperto", ha spiegato il vice-presidente. Secondo Seapower l'eolico offshore resta la migliore strada percorribile. Inoltre, a causa della profondità, nei mari italiani è possibile prevedere solo turbine eoliche installate su grandi piattaforme galleggianti.
Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), intervenuto all'incontro, ha annunciato di avere attualmente 15 progetti in corso di procedura per ottenimento della VIA (per un totale di 9,6 GW), investimenti di circa 30 miliardi di euro e 75 progetti su cui è in corso la procedura di valutazione preliminare (per una potenza complessiva di 60 GW) di cui 48 già conclusi.
Tra le soluzioni proposte, infine, la creazione di un organismo centrale che possa fare da collante per lo sviluppo di questa nuova tecnologia, sul modello della Danimarca, che ha una lunghissima esperienza nello sviluppo dei parchi eolici offshore.