Roma, 19 feb. (askanews) - Donald Trump e Vladimir Zelensky ai ferri cortissimi dopo che l'iniziativa di "pace" dell'amministrazione repubblicana ha di fatto estromesso Kiev e l'Europa privilegiando il dialogo diretto con il Cremlino. Per il presidente repubblicano, il presidente ucraino è un "dittatore".
Tra martedì e mercoledì Trump, in uno degli ormai consueti discorsi a briglia sciolta, parlando ai giornalisti nella sua tenuta di Mar-a-Lago ha detto che l'aggressione russa sarebbe potuta essere evitata se solo Zelensky avesse veramente voluto farlo. "Avrebbero potuto fare un accordo", ha aggiunto. Annunciando poi di voler incontrare di persona l'omologo russo Vladimir Putin "forse già prima della fine di febbraio".
Poi l'attacco alla presunta illegittimità del leader ucraino. "In Ucraina non ci sono elezioni, c'è la legge marziale, e Zelensky è sprofondato al 4% di approvazione", ha tuonato Trump.
Zelensky oggi, mercoledì, ha replicato che Trump, per cui ha detto ho grande rispetto come leader del popolo americano, vive in una bolla di disinformazione creata dalla propaganda russa.
Al risveglio nella mattina americana, il leader della Casa Bianca si è scatenato su X con un Tweet insultante: "Zelensky, un comico mediocre, ha convinto gli Stati Uniti a spendere 350 miliardi di dollari per entrare in una guerra che non poteva essere vinta, che non sarebbe mai dovuta iniziare, e una guerra che lui, senza gli Stati Uniti e 'TRUMP', non sarà mai in grado di risolvere". E ancora: "Si rifiuta di avere elezioni, è a picco nei sondaggi ucraini e l'unica cosa in cui era bravo era suonare Biden "come un violino".
Zelensky fu eletto nel 2019 con circa il 73% dei voti e secondo lui il suo tasso di approvazione ora è al 57%. Dal 24 febbraio 2022 (giorno dell'invasione russa, sono passati quasi tre anni) l'Ucraina è effettivamente sotto legge marziale che limita alcuni diritti e libertà costituzionali e permette al Governo di restare in carica anche senza elezioni; il mandato di Zelensky sarebbe scaduto l'anno scorso.
Chi assiste e gongola è naturalmente proprio Vladimir Putin che da San Pietroburgo parla di "Inutile isteria" dell'Europa e dell'Ucraina perché, dice, "Nessuno vuole escludere Kiev" dalle trattative. Ma sarebbe impossibile risolvere molte questioni, inclusa quella ucraina, senza un rinnovato rapporto di fiducia tra Mosca e Washington". E anche lui si dice disposto a incontrare presto personalmente Donald Trump.