Roma, 18 gen. (askanews) - "Il pericolo è quello di attenuarne e affievolirne le caratteristiche imprescindibili di autonomia e indipendenza. L'indipendenza del pubblico ministero, che è quella maggiormente esposta per ragioni tecniche si tradurrà in un deficit di indipendenza del giudice". Lo ha detto il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, a margine del Consiglio direttivo dell'Associazione a Roma, a proposito della riforma della Giustizia del governo che propone di modificare la Costituzione e introdurre la separazione delle carriere dei magistrati.
"Il giudice decide sulla base degli affari che il pubblico ministero porta sul suo tavolo - ha aggiunto - Se il pm non è pienamente indipendente è evidente che nella ricerca e nella trattazione degli affari da sottoporre al giudice sarà condizionato e condizionerà il giudice, al di là delle garanzie di cui quel giudice può godere, non portare alcuni affari che potrebbero disturbare un clima politico significa impedire al giudice di esercitare la sua indipendenza nel modo più pieno possibile".
"Quindi sono due caratteristiche che si tengono assieme - ha sottolineato - non possiamo separare una magistratura dall'altra perché quella anche la magistratura giudicante seppure non toccata direttamente da riforme che riguardano soprattutto il Pubblico Ministero ne risentirà inevitabilmente nell'esercizio della giurisdizione".