Ischia (Napoli), 5 lug. (askanews) - E' stato un anno d'oro per Michele Riondino che con la sua prima regia, "Palazzina Laf" ha vinto i premi italiani più importanti: tre David di Donatello, due per gli attori, lo stesso Riondino e Elio Germano, e uno per la miglior canzone originale di Diodato, due Ciak d'oro, come attore e regista esordiente, e ben cinque Nastri d'argento, come miglior esordio, per la sceneggiatura, gli attori e la canzone. Il film racconta la vicenda, reale, di alcuni operai dell'ex Ilva che venivano "confinati" in uno stabile dell'acciaieria perché non accettavano di firmare una clausola contrattuale.
Un successo quasi insperato per Riondino, che è stato uno degli ospiti della 22esima edizione dell'Ischia Film Festival fondato e diretto da Michelangelo Messina. "E' l'incontro nelle sale quello che mi colpisce molto perché ci ho messo mesi per farmi raccontare la storia dai confinati della Palazzina Laf, perché è difficile raccontare le umiliazioni subite, e alla fine delle proiezioni dei film nelle sale le gente e il pubblico si sente libero di raccontare la propria esperienza" ha affermato Riondino.
L'attore che ha lavorato con Vicari, Martone, Bellocchio, Taviani, protagonista di molte serie tv di successo, pensa naturalmente a una nuova regia. "Io voglio raccontare le storie della gente la vita di noi che viviamo le strade, le nostre città, le nostre case, le nostre scuole, gli uffici, insomma io voglio raccontare la vita, ecco" ha specificato.
L'attore-regista, da sempre impegnato nel sociale e per i diritti dei lavoratori, a proposito dello stato del cinema italiano oggi dice: "Il cinema italiano è cresciuto molto, ci sono le storie, ci sono i registi, ci sono gli sceneggiatori, ci sono gli attori, ci sono le maestranze, i fotografi, c'è tutto. Manca l'impegno di chi deve dare tutela e continuità a un lavoro che per sua natura è intermittente".