Milano, 18 nov. (askanews) - Sabato 23 novembre persone affette dalla malattia di Parkinson o che si prendono cura di questo tipo di pazienti potranno partecipare a una giornata a loro dedicata con domande e risposte dei massimi esperti sulle ultime ricerche in materia. Si tratta del "Parkinson Day", organizzato dalla Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson e Aip, Associazione Italiana Parkinsoniani, che si terrà in modalità online dalle 10 alle 13 sul sito www.parkinson.it.
"La malattia - ha detto il presidente dalla Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson, Gianni Pezzoli - è considerata la più difficile da trattare, di tutte le malattie esistenti nell'uomo perché tutte le terapie che sono applicate su un soggetto con Parkinson devono essere studiate su quello specifico soggetto e quindi gli effetti collaterali possono essere diversi da soggetto a soggetto e spesso il neurologo generale o il medico di base non conosce tutto quello che si verifica nell'interazione tra una terapia farmacologica e la rispondenza a questa terapia quindi ci sono effetti collaterali talmente rari e poco conosciuti che spesso non vengono risolti. Allora diamo la possibilità a tutti di rivolgersi, almeno una volta all'anno, ma noi ovviamente come fondazione abbiamo un Sos Parkinson, disponibile il sabato e la domenica a cui tutti possono rivolgersi".
L'obiettivo è dare un supporto concreto a chi convive quotidianamente con questa patologia.
"In Italia si ritiene, adesso stiamo lavorando con Regione Lombardia e abbiamo i dati preliminari, e parliamo dello 0,7% quindi 420.000 pazienti. La malattia colpisce prevalentemente le persone anziane, cioè sopra i 60 anni. Attualmente l'esordio di malattia è intorno ai 65/67 anni, però c'è almeno il 5% delle persone colpito sotto i 42 anni, stiamo parlando quindi di una ventina di migliaia di persone" ha aggiunto.
La Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson, già Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, ha tra l'altro cambiato di recente nome per togliere il sostantivo "morbo", termine considerato da alcuni ottocentesco e poco appropriato ai tempi moderni, e per onorare l'impegno ininterrotto di Pezzoli come presidente da più di 30 anni.