Plains (Georgia, Stati Uniti), 22 feb. (askanews) - Un uomo onesto e impegnato, che metteva l'aiuto per il prossimo sempre al primo posto: così gli abitanti di Plains, in Georgia, la cittadina del Vecchio Sud da cui cominciò l'avventura di Jimmy Carter, parlavano del loro illustre concittadino due anni fa, dopo l'operazione per un tumore al cervello. Novantottenne, aveva deciso di tornare a casa per le cure palliative e per vivere il tempo che gli restava.
Philip Kurland, proprietario del Plains Trading Post, un negozio specializzato in souvenir di natura politica, soprattutto legati all'ex presidente: "Sapete tutto quello che ha fatto per il continente africano, come eradicare malattie, organizzare missioni elettorali, azioni umanitarie. Aiutare le persone ovunque potessero averne bisogno: il suo obiettivo numero uno non è stato mai arrichhirsi, ma aiutare le persone. Se per lui e Rosalynn c'era una possibilità di aiutare le persone, sceglievano di farlo".
Rosalynn, morta un anno fa; nonostante la scomparsa della moglie, Carter aveva giurato di resistere ancora, per riuscire a votare Kamala Harris alla Casa Bianca. E se non ha impedito il ritorno di Trump, almeno si è tolto la soddisfazione.
Kevin Simms, barbiere a Plains, spiegava: "Per me è più come un amico, così si presenta. Quando è venuto qui nella comunità, non ha portato lo status di presidente, ha portato una persona, un uomo del popolo. Uomo del popolo è davvero la definizione del signor Carter. E a lui non importava il colore della pelle, non lo vedeva".
Dopo una carriera militare in marina durante la Seconda guerra mondiale, Carter tornò a Plains e rimise in sesto la piantagione di arachidi della famiglia - qui ancora svetta la scultura di una nocciolina gigante col grande sorriso tutto-denti tipico di Carter, uno dei classici della campagna elettorale presidenziale del 1976 che lo fece diventare il 39mo presidente degli Stati Uniti. Presto si fece conoscere per le sue idee contro la segregazione razziale in uno stato in cui era ancora una dura realtà, e cominciò l'attivismo politico che lo portò a diventare prima governatore statale e poi presidente a Washington. Dopo due anni positivi, la sua amministrazione fu però danneggiata da crisi economica e stagflazione, oltre che da alcune crisi internazionali come quella degli ostaggi in Iran.
Carter perse contro Ronald Reagan nella corsa per la Casa Bianca del 1980, ma nel 2002 fu insignito del Premio Nobel per la Pace, per il suo impegno costante in questo senso e come riconoscimento dei suoi sforzi per mettere fine al conflitto fra palestinesi e israeliani e per la non proliferazione nucleare. Carter ha rivendicato spesso che valori cristiani come la giustizia sociale e l'amore sono stati alla base del suo agire politico: e a Plains, nella chiesa Battista di Maranatha, aveva insegnato catechismo fino a oltre 90 anni.