Cagliari, 8 apr. (askanews) - Nave Trieste è la nave ammiraglia dell'Amphibious Task Group (ATG) che con il Carrier Strike Group compone l'Expeditionary Task Force (ETF), la parte operativa della squadra navale italiana. L'unità non è solo un asset strategico per la Marina Militare, attualmente impiegata nell'attività Nato Neptune Strike, ma un esempio concreto di come l'Italia possa contribuire attivamente alla sicurezza e alla stabilità internazionale.
Il contrammiraglio Michele Orini, comandante della 3a Divisione Navale e Comandante dell'Amphibious Task Group:
"Sono il comandante del gruppo navale anfibio, siamo a bordo dell'unità sede di comando, nave Trieste: l'ultima nave consegnata alla Marina Militare; è una nave anfibia multiruolo e siamo qua davanti alle coste della Sardegna, partecipando all'attività Neptune Strike della Nato, finalizzata ad accrescere la vigilanza lungo i fianchi dell'alleanza, incluso il Mediterraneo", spiega Orini.
La NATO ha lanciato ufficialmente Neptune Strike 25-1 il primo aprile 2025, segnando una delle prime importanti attività di vigilanza marittima dell'anno sotto il comando alleato.
"A bordo della nave ci sono la Landing Force, la forza da sbarco, che è formata da unità tattiche della Brigata Marina "San Marco" della Marina Militare e della Brigata "Pozzuolo del Friuli" dell'Esercito Italiano", aggiunge Orini.
La Brigata Marina "San Marco" è una grande unità anfibia di fanteria di marina della Marina Militare, costituita il primo marzo 2013, con la riorganizzazione della Forza da Sbarco della Marina. Il suo comandante è il contrammiraglio Massimiliano Giuseppe Grazioso, che guida anche la Landing Force e ci spiega la partecipazione all'attività Nato Neptune Strike: "Siamo circa 600 militari, fucilieri di marina e lagunari della Serenissima. Stiamo facendo delle attività che sono proprio focalizzate a dimostrare le capacità operative che deve avere una forza da sbarco quando è inglobata in un'organizzazione operativa più ampia che quella della Nato", dichiara Grazioso.
E se Neptune Strike è l'esempio perfetto dell'approccio multi-dominio della NATO, l'interoperabilità è la parola chiave.
"Sì, l'interoperabilità soprattutto tra i comandi, tra il comando dell'Amphibious Task Group, comandato dal Contrammiraglio Orini ed io come comandante della Landing Force. Quello che viene attuato durante la Neptune Strike è proprio quel flusso di informazioni, di comando e controllo che ci deve essere tra il comando STRIKFORNATO, il comando della Neptune Strike e i loro comandi dipendenti, tra cui appunto c'è quello dell' Amphibious Task Group", aggiunge Grazioso.
Neptune Strike 25-1 è un'attività pianificata da tempo e condotta in conformità con le leggi e gli standard internazionali.