Roma, 8 giu. (askanews) - Poco dopo la pubblicazione dell'ordinanza n. 34889 del 13 dicembre 2023, che aveva aperto la via a possibili iniziative dirette ad ottenere il rimborso degli interessi pagati nel periodo 2005/2008 nell'ambito di mutui parametrati all'Euribor, la Suprema Corte è tornata a pronunciarsi in argomento, facendo un significativo passo indietro: pur confermando infatti la possibile nullità delle pattuizioni, la Cassazione ha escluso, per le Banche non coinvolte nelle pratiche manipolative (e quindi per tutte le Banca Italiane), ogni automatismo tra il diritto al rimborso e la stipulazione del mutuo nel periodo sanzionato dalla decisione del 2013 dalla Commissione Antitrust Europea.
Per l'avvocato Marcello Arbasino, senior partner e responsabile del Dipartimento Litigation diMFLaw StapA la Corte, "correggendo il precedente, ha escluso qualsiasi automatismo probatorio tra la pronuncia della Commissione Antitrust e la nullità delle clausole dei contratti indicizzati al tasso Euribor, e ha definito in modo puntuale e analitico i principi generali che ispirano il giudizio di accertamento di nullità. Che può sussistere solo nel caso in cui sia possibile dimostrare che l'Istituto bancario sia coinvolto, o almeno consapevole, dell'alterazione dell'Euribor e delle sue conseguenze.
"A prescindere dalla condivisibilità o meno delle due pronunce della Cassazione, che per la prima volta hanno aperto la strada a un'azione restitutoria e non già solo risarcitoria - conclude l'avvocato Arbasino -la pretesa al rimborso dei mutuatari pare scontrarsi con insormontabili oneri probatori laddove sia fatta valere nei confronti di Banche che non sono state sanzionate dalla Commissione Antitrust Europea, tanto più considerando che la prova non solo è difficilmente accessibile al mutuatario, ma riguarda anche fatti assai remoti".