Roma, 7 mar. (askanews) - Tra i ritratti femminili che Rai Fiction continua a proporre al pubblico arriva il 14 marzo su Rai1 quello di una donna fuori dagli schemi, libera e considerata troppo ribelle per la sua epoca come Alda Merini. Il film tv è diretto da Roberto Faenza e la poetessa milanese è interpretata da Laura Morante. "Folle d'amore Alda Merini" ne racconta la biografia nei suoi momenti salienti, dalla giovane appassionata di poesia che si innamora di Giorgio Manganelli, all'incontro con il marito che la fece ricoverare in un manicomio, proprio perché la sua passione per la poesia era più forte di quelli che, all'epoca, erano considerati i doveri di una moglie e di una madre. In quel manicomio rimase dodici anni.
"Se lei fosse giovane oggi non finirebbe in manicomio, a parte che i manicomi non esistono più, probabilmente avrebbe un destino diverso e forse meno duro. Detto questo io credo che la sua libertà lei l'abbia conservata ed è anche per questo che è finita in manicomio, perché in realtà non si è mai adeguata".
Faenza racconta come la poesia sia stata la sua ossessione e la sua cura, ciò che la salvò dopo quegli anni di reclusione, cure, elettroshock. Un'esistenza tormentata, quella della Merini, costellata di periodi bui, di sofferenza, di inquietudine ma soprattutto di grandi slanci vitali, di innamoramenti profondi. "Le sue poesie parlano molto d'amore, fisico, spirituale, d'amore mistico. L'amore era certamente una molla importantissima, si nutriva d'amore".
Dal 1979 diede vita ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza dell'ospedale psichiatrico, il suo capolavoro fu "La terra Santa", e dall'84 e fino alla sua morte divenne un'artista sempre più apprezzata.
"Lei è diventata un personaggio popolare perché aveva anche una personalità molto singolare, perché c'è stato un concorso di circostanze che hanno fatto di lei quasi una star. Dicevo prima popstar un po' scherzando ma di fatto lo è stata".