Venezia, 25 nov. (askanews) - Numeri ancora una volta importanti per la Biennale Arte: la 60esima Esposizione Internazionale, intitolata "Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere" e curata dal brasiliano Adriano Pedrosa, ha fatto registrare a Venezia una delle più alte affluenze di pubblico di sempre. Con una crescita del 18% rispetto all'edizione pre-Covid del 2019 e seconda solo alla precedente del 2022 - "Il latte dei sogni", a cura di Cecilia Alemani, che aveva registrato il record di 800.000 visitatori - la Biennale Arte 2024 ha riportato la vendita di 700.000 biglietti (circa 3.300 i visitatori medi giornalieri), cui si aggiungono le quasi 28mila presenze durante la pre-apertura.
Un risultato che è particolarmente significativo se si pensa al progetto curatoriale, dedicato a tutte le periferie del mondo e con molti artisti poco o per nulla noti al grande pubblico, con attenzione al mondo queer e a tutte le forme di non conformismo culturale e sociale. Una Biennale che ha guadato oltre l'Occidente, spesso denunciando i limiti drammatici di un modello di sviluppo, il nostro, che nei fatti sta devastando il pianeta. Poi, ovviamente, si è trattato anche di una esposizione consapevole dello stare all'interno del Sistema dell'arte, ma la postura scelta resta per tanti versi rivoluzionaria, in linea con una visione che l'istituzione Biennale di Venezia ha portato avanti negli ultimi anni, soprattutto nelle Mostre di Architettura.
Le porte di Arsenale e Giardini ora si chiudono, per riaprirsi poi dal 10 maggio proprio per la Biennale Architettura di Carlo Ratti, che inaugura la stagione 2025, che vedrà, come ogni anno, i festival di Teatro, Danza, Cinema e Musica. Ma l'attenzione è anche puntata sull'annuncio del curatore della Biennale Arte del 2026, che sarà la prima grande scelta interamente fatta dal presidente Buttafuoco: una nomina che, in un certo senso, potrebbe indicare molto del percorso dei prossimi anni dell'istituzione veneziana e della postura che si vorrà assumere di fronte al contemporaneo dopo gli anni del rilancio del desiderio di cultura e della grande apertura al resto del mondo delle presidenze di Baratta e Cicutto.