Ramat David (Israele), 18 set. (askanews) - La guerra di Israele contro i suoi nemici si sposta sempre più verso nord, verso il Libano patria del movimento islamista sciita Hezbollah e delle sue potenti milizie finanziate e armate dell'Iran. A dirlo, in un video-messaggio diffuso dal suo ministero, è Yoav Gallant, il ministro della Difesa di Israele, nelle ore successive a una seconda ondata di esplosioni in diversi bastioni di Hezbollah in Libano, che hanno causato almeno 14 morti e oltre 450 feriti appena il giorno dopo una prima ondata di esplosioni quasi simultanee di cercapersone in dotazione a miliziani e operativi di Hezbollah che avevano provocato altri 12 morti e 2700 feriti, di cui circa 500 privati della vista.
"Il centro di gravità si sta spostando a nord, il che significa che stiamo allocando forze, risorse ed energie per l'arena settentrionale. Non abbiamo dimenticato gli ostaggi e non abbiamo dimenticato le nostre missioni a sud - siamo impegnati nei nostri compiti e li stiamo portando avanti contemporaneamente", ha detto Gallant, senza fare alcun riferimento alle esplosioni, su cui Israele non ha voluto commentare in alcun modo ufficialmente, anche se esperti e fonti ben informate in Medio Oriente e negli Stati Uniti danno per scontato che si sia trattato di operazioni messe a segno dallo Stato ebraico.