Monza, 1 feb. (askanews) - Una campagna per migliorare la comunicazione tra medici, pazienti e caregiver in tema di tumori. A promuovere il progetto "Il senso delle parole" è Takeda Italia, sostenuta da Salute Donna onlus, che ha portato nel cinema Anteo di Monza un evento pubblico intitolato "I Misteri delle parole".
"In questa occasione - ha detto ad askanews Anna Maria Bencini, Oncology Country Head di Takeda Italia - vogliamo rendere ancora più viva questa missione che ci siamo dati di rappresentare l'importanza della comunicazione, avendo chiamato sia gli esperti che hanno curato il Dizionario Emozionale, ma soprattutto un grande scrittore come Maurizio De Giovanni, che ha fatto della parole un'arte".
A condurre l'incontro l'attrice Tosca D'Aquino che insieme anche al linguista Giuseppe Antonelli, collegatosi in video, ha affrontato il tema dei possibili limiti di comprensione tra pazienti e oncologi, come la dottoressa Nicla La Verde. "Il fatto che un paziente riceva una buona comunicazione - ha detto il primario di Oncologia all'Ospedale Sacco di Milano - è fondamentale perché aderisca a quello che è il suo trattamento
che presumibilmente gli garantirà guarigione o comunque una più lunga sopravvivenza. Quindi se non coinvolgiamo il paziente attraverso le parole difficilmente otterremo l'adesione a quello che è il progetto terapeutico in ambito oncologico".
"Una parola come 'metastasi' - ha aggiunto Anna Maria Bencini - per un paziente spesso sembra una sentenza definitiva. Invece quella parola, spiegata bene e condivisa può rappresentare anche una speranza, ma l'importante è poter comunicare bene".
E chi ha vissuto l'esperienza della malattia, e ora si impegna al fianco dei pazienti, conferma l'importanza delle parole che si sceglie di usare. "Io da ex paziente oncologico - ci ha detto Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus - posso essere testimone di questo: le cose, per come vengono dette e per come vengono percepite, poi si sviluppano nel percorso di vita di ogni persona. La comunicazione con il paziente è l'altra metà della cura".
Una cura che, a parole, ma soprattutto nei fatti, oggi in moltissimi casi è possibile.