Strasburgo (Francia), 9 ott. (askanews) - Le reazioni dell'aula alla fine del discorso di oggi del premier ungherese Viktor Orban nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo hanno segnato uno dei momenti memorabili nella storia dell'eurocamera. La conclusione del discorso, che presentava le priorità della presidenza di turno ungherese del Consiglio Ue, è stata accolta inzialmente da forti applausi cadenzati dall'estrema destra, presto coperti dagli eurodeputati della sinistra, che hanno intonato a gran voce l'inno antifascista dei partigiani italiani "Bella ciao".
Il premier ungherese, noto per il suo autoritarismo, aveva appena finito di parlare, concludendo con una parafrasi del motto dell'ex presidente americano Donald Trump, (ora ricandidato alle imminenti presidenziali Usa), "Let's make America great again", trasformato in "Let's make Europe great again". A questo punto è partito prima l'applauso da destra e poi il canto in italiano dalla sinistra.
Dopo un momento di sorpresa, e mentre i commessi cercavano di far tacere gli eurodeputati della sinistra impegnati nel coro, la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola ha esclamato: "Non siamo all'Eurovisione". Ma il canto è continuato. Allora ha aggiunto: "Bene. Questa è più 'La Casa di Carta' che gli Abba. Ma qui non siamo all'Eurovisione. Rispettiamo la dignità di quest'aula". Poi il canto dell'inno partigiano è finalmente cessato, e poco dopo è comiciato l'intervento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.