Milano, 7 nov. (askanews) - La creatività esplicita, anticonformista e senza filtri è la cifra stilistica di Garth Ennis fumettista autore di capisaldi del genere come "The Boys" e "The preacher". Ma la violenza, ha spiegato dal padiglione della Panini Comics, al Lucca Comics&Games, dove ha incontrato per la prima volta i fan italiani, ha un ruolo ben preciso nelle opere di finzione.
"Dipende dal tipo di storia. Se si tratta di una commedia nera oltraggiosa e sopra le righe, allora la violenza è lì per catturare l'attenzione del lettore. Se invece si tratta di una storia più seria, come alcune delle storie di guerra che ho scritto, allora penso che si debba essere onesti sugli effetti della violenza, direttamente sulla vittima e non solo, sul riverbero di un atto violento, personale o più ampio come un massacro, un atto di genocidio, sugli effetti che avrà sul mondo nel suo complesso, sull'umanità stessa".
Ennis ha scritto molte storie di guerra, e ne ha in uscita una ambientata durante la Seconda guerra mondiale in Ucraina dove una donna, mentre il marito è al fronte, combatte contro i nazisti, si chiama "Partisan".
"Sono particolarmente interessato alle storie di guerra e quasi ogni volta che leggo un libro di storia particolarmente bello mi colpisce qualcosa che mi fa venire voglia di esplorare l'idea e scriverne - racconta - in questo caso l'idea della guerra che coinvolge le persone comuni. È attuale. Qualcosa del genere accade sempre da qualche parte nel mondo".