Avignone, 24 ott. (askanews) - Determinata e coraggiosa, non si arrende al ruolo di vittima silente e si presenta come un esempio per tutte le donne. Gisèle Pelicot è tornata in aula al processo contro l'ex marito che per 10 anni, secondo l'accusa, l'ha sedata per farla violentare da oltre 50 sconosciuti nella loro casa di Mazan, in Francia. La donna, 71enne, aveva già testimoniato a settembre. Questa volta in aula si è rivolta per la prima volta direttamente all'ex consorte Dominique Pelicot.
"Vorrei rivolgermi al signor Pelicot, non posso guardarlo, perché la carica emotiva è ancora lì", ha detto Gisèle aggiungendo che lo fa per tutte le vittime di violenza perché "la vergogna non dobbiamo provarla noi, sono loro che devono provarla".
"Personalmente non si aspetta nulla e non ha nulla da sperare da questo processo. La sua vita, infatti, distrutta. Sono stati 50 anni di felicità che, da un giorno all'altro, si sono perduti per sempre. Quindi in realtà, è alle generazioni future, che si rivolge molto chiaramente, ha detto uno degli avvocati della donna.
Gli aggressori sono uomini apparentemente ordinari, il marito insieme ad altri del branco la stuprava e filmava le scene di violenza, per poi distribuite online su una piattaforma pornografica.
Dal banco dei testimoni del tribunale di Avignone lei ribadisce: "lotterò per cambiare questa società".