Venezia, 4 set. (askanews) - Ha diviso la critica "Queer", l'attesissimo film di Luca Guadagnino tratto dal romanzo omonimo di Burroughs presentato in concorso alla Mostra di Venezia. Protagonista Daniel Craig nel ruolo di William Lee, alter ego di William Burroughs, americano sulla soglia dei cinquanta espatriato a Città del Messico. Siamo nel 1950, l'incontro con un giovane studente appena arrivato in città gli mostra per la prima volta la possibilità di stabilire una connessione intima con qualcuno. Solitudini e passioni proibite dunque, tra droghe e sesso. E a proposito delle scene di sesso Craig ha affermato: "Le abbiamo affrontate, sapete bene che non c'è niente di intimo nel girare una scena di sesso su un set. E' pieno di gente che ti guarda. Volevamo solo che fossero il più realistiche, naturali e toccanti possibile".
Craig ha detto che "Queer" è uno di quei film che amerebbe vedere al cinema, intanto, sicuramente, si toglie di dosso i panni di James Bond. Guadagnino ha invece affermato che quel romanzo di Burroughs, da ragazzo, lo ha salvato dalla solitudine. "Volevo far sì che il pubblico alla fine del film avesse un'idea di sé stesso. - ha detto il regista - Chi siamo quando siamo soli? Chi cerchiamo? Chi vogliamo desiderare? Non importa chi siate. Siete un eroinomane che vive in Messico? Amate un uomo o una donna? Chiunque voi amiate, chi siete quando siete soli e restate con la sensazione di quello che avete sentito per qualcun altro?".