Roma, 30 nov. (askanews) - Sì è aperta a Dubai la Cop28, l'appuntamento sulla crisi climatica con oltre 200 governi da tutto il mondo. Grandi assenti il presidente americano Joe Biden, il capo di stato cinese Xi Jinping e, per motivi di salute, Papa Francesco. Vi prendono parte anche ong ambientaliste, think tank, imprese e gruppi religiosi; il 28esimo incontro annuale delle Nazioni Unite è un momento in cui discutere su come limitare e prepararsi ai futuri cambiamenti climatici.
In apertura è arrivato subito un messaggio allarmante. L'Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito che il 2023 ha infranto una serie di record climatici, con un clima estremo che ha lasciato una scia di devastazione e disperazione. "Questo sarà l'anno più caldo mai registrato. Abbiamo ancora un paio di mesi - ha dichiarato Petteri Taalas, a capo dell'Organizzazione meteorologica mondiale dell'Onu - ma abbiamo già raggiunto 1,4 gradi di riscaldamento in più rispetto all'epoca preindustriale e abbiamo battuto record anche in varie parti del mondo, come Europa, Giappone, Australia, Stati Uniti, Caraibi e Sud America".
Tra gli altri dati evidenziati, oggi c'è il 150% in più di anidride carbonica nell'atmosfera rispetto all'epoca preindustriale, il 266% in più di metano e il 124% in più di protossido di azoto e il livello del mare è raddoppiato a causa in gran parte dello scioglimento dei ghiacciai più grandi, quelli della Groenlandia e dell'Antartide.
Cifre che "dovrebbero far venire i brividi ai leader mondiali" ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. La conferenza si è aperta con l'appello alle nazioni a ridurre più rapidamente le emissioni che riscaldano il Pianeta e a eliminare gradualmente i combustibili fossili.