Urbino, 3 ott. (askanews) - Gianluigi Colin è un artista che lavora sui materiali dell'informazione e sul bombardamento mediatico del presente. I suoi "Sudari", tracce astratte dell'era della stampa, approdano ora a Palazzo Ducale a Urbino con la mostra "Vediamoci nella mischia". "Ho voluto riportare un nuovo modello di esposizione - ha detto Colin ad askanews - Ho accatastato tutte queste opere. Il lavoro è dedicato al tempo, alla memoria, è un riconoscimento del valore della memoria e anche di quella memoria che si dissolve e che noi perdiamo. Questo è il senso simbolico. E al tempo stesso ho voluto accatastarli, ho voluto fare una grande confusione intorno a questo senso della memoria perché anche questo è quello che accade".
Il ragionamento sulla confusione si move quindi tra la dimensione fisica e quella metaforica, che costruisce un nuovo dialogo sulla complessità dell'esistenza. "È un viaggio nel cuore della memoria dell'informazione - ha aggiunto l'artista - e al tempo stesso è un simbolo di una grande confusione che noi purtroppo stiamo vivendo, che è quello del sistema della comunicazione nel quale non riusciamo più a trovare il bandolo della matassa. Ecco perché simbolicamente ho messo una grande accatastamento di opere una sull'altra, proprio per dare il segno di una confusione che ci circonda".
La mostra, ospitata nella Biblioteca del Duca, è curata da Marco Bazzini.