Roma, 13 giu. (askanews) - L'industria dei servizi finanziari negli ultimi anni ha assistito a profondi cambiamenti guidati dall'innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione ma oggi si trova ad affrontare nuove minacce informatiche. Per discutere proprio di questo e presentare nuovi strumenti antifrode, CBI ha organizzato a Roma un incontro e una tavola rotonda dal titolo "Name Check e Safe Trade: strumenti antifrode".
Liliana Fratini Passi, Direttore Generale CBI S.c.p.a. Società Benefit, ha spiegato: "Il quadro normativo ha tratteggiato un insieme di regole europee, dalla Instant Payment Regulation, dalla revisione della Payment Service Direttive 2, e ancora tutto il tema connesso alla Digital Operational Resilience Act, quindi una direttiva europea che entrerà in forza proprio il primo gennaio 2025, avente l'obiettivo di definire, e soprattutto supportare, gli intermediari finanziari nel presidio delle cosiddette terze parti. La sfida è quindi anche quella di coniugare da un lato innovazione digitale per la composizione e quindi la creazione di questi nuovi servizi. Dall'altro però è chiaro che il presidio di questi rischi, connessi a queste nuove, eccellenti operatività, diviene fondamentale".
CBI, oggi Società Benefit, è un'azienda partecipata da circa 400 banche e altri intermediari che gestisce un'infrastruttura di financial data exchange e sviluppa, in ecosistema, servizi innovativi nel mondo dei pagamenti digitali, dell'open banking e dell'open finance. E dopo il grande interesse che sta riscuotendo il Check-IBAN, ora ha rilasciato nel mercato il "Name Check". "Che cosa consente? Di verificare, prima di effettuare il bonifico, la corrispondenza tra il nome e il codice Iban da accreditare, anche sfruttando i paradigmi di Intelligenza Artificiale e di Machine Learning" ha spiegato Fratini Passi.
L'altro servizio che porterà benefici in termini di stabilità e di efficienza del settore finanziario è "CBI Safe Trade", che consente di raccogliere in un unico database le informazioni sulle fatture anticipate, in ottica multi-banca e multicanale, al fine di mitigare il rischio derivante dall'uso fraudolento delle stesse fatture per l'erogazione del credito da parte degli intermediari.