Roma, 25 set. (askanews) - Una "visione differente" sulla questione della cittadinanza, rispetto ai promotori del referendum per ridurre a 5 anni il tempo (attualmente di 10 anni) di residenza legale oggi necessario come pre-condizione per chiedere di diventare cittadini italiani. A esprimerla è Carlo Calenda, che lo ha spieagto ai giornalisti a margine di un'iniziativa al Senato sul divieto di cellulari nelle scuole.
Sul metodo, ha detto il leader di Azione, "ho paura che tutti questi referendum, dove le firme si raccolgono in modo elettronico, immediatamente, spingano la gente a non andare a votare e infatti in tutti questi referendum il quorum non viene quasi mai raggiunto". Poi, nel merito, "penso che uno è cittadino italiano quando conosce la cultura del Paese". Anche per questo, ha continuato Calenda rispondendo a una domanda specifica, è "sbagliato" che oggi possano chiedere la cittadinanza italiana persone nate e vissute da sempre in altri paesi, soltanto perché avevano un avo italiano emigrato in passato, come avviene per effetto della legislazione attuale.