Roma, 1 mar. (askanews) - Dopo quasi vent'anni il Cirque du Soleil riporta a Roma uno dei suoi spettacoli più iconici e amati, che ha incantato oltre 14 milioni di spettatori in 40 paesi del mondo: "Alegrìa - In A New Light" fino al 13 aprile prenderà vita sotto il Grand Chapiteau a Tor di Quinto, per proseguire poi in tour a Milano, (dal 25 aprile al 2 giugno) e per la prima volta a Trieste (dal 13 giugno al 13 luglio).
La rivisitazione, la nuova versione di Alegrìa - di cui vediamo le prove - ha nuove scenografie, numeri acrobatici inediti, coreografie più spettacolari, nuova regia e arrangiamenti musicali, esalta la potenza visiva ed emotiva dell'originale ma la porta nel futuro. Spiega Rachel Lancaster, direttrice artistica del Cirque du Soleil. "Alegrìa è uno spettacolo che parla di emozioni. Ovviamente, Alegrìa significa gioia, ma noi accompagniamo le persone in un viaggio fatto di felicità, paura, euforia, speranza. Tutte queste cose sono possibili solo se a volte c'è anche il contrario, è il sentimento principale dell'esistenza umana, quindi attraverso il mezzo della performance fisica e dell'acrobazia, è così che raccontiamo la nostra storia per catturare il pubblico e portarlo in questo viaggio unico".
Si racconta di un mondo che ha perso il suo re, diviso tra chi vorrebbe che tutto restasse uguale, un giullare di corte che tenta di salire sul trono e un movimento di speranza che cresce nelle strade, il Bronx, che vorrebbe il cambiamento, con la speranza di riportare la gioia nel mondo.
Un messaggio anche attuale, che affascina con una colonna sonora storica, candidata ai Grammy Awards: 54 gli artisti provenienti da 18 paesi che saltano, volano e si alternano in numeri spettacolari. Come Dandino Tuniziani, venezuelano ma con nonno siciliano, che si esibisce al trapezio volante con il fratello Gamal: "Sono 14 metri di altezza, facciamo il triplo salto mortale, il doppio passaggio, tante cose, siamo 11 trapezisti".
In scena 120 costumi, con oltre 600 elementi differenti in ciascuna esibizione. Gli artisti dopo 12 ore di sessioni di allenamento imparano a truccarsi da soli e a riprodurre il proprio trucco quotidianamente in circa 45 minuti.
Una magia quella del Cirque du Soleil, che dal 1984 ad oggi continua a incantare, dice la direttrice artistica, grazie soprattutto ai performer: "Si vedono cose impossibili sul palcoscenico, ed è attraverso la ripetizione, la dedizione, la pratica, che permettiamo al nostro pubblico di fare questo viaggio con l'artista. Quando vedi qualcuno che fa cose pazzesche in aria, il tuo cervello si accende con quello che stai guardando, ed è questo che credo ci apra la porta per raccontare le nostre storie".