Weekly, Fabio Gallo: "Due giovani al timone, una sfida che andrebbe lanciata più spesso"
Il conduttore del contenitore mattutino del weekend di Rai 1 racconta la nuova sfida estiva. E ammette: "Sul lavoro sono un grandissimo rompiballe"
In questa calda estate, mentre in tanti saranno sulle spiagge o a godersi nuotate e gite in barca, il lupo di mare Fabio Gallo sarà invece negli studi Rai per tenere compagnia a chi rimane a casa nelle mattine del weekend, con Weekly. Una conferma per un programma che l’anno scorso ha raggiunto ottimi risultati, anche grazie a una coppia di conduttori (Gallo e Carolina Rey), giovani e brillanti, che punta a fare almeno il bis in termini di ascolti e di qualità del programma proposto. In questa intervista, inevitabilmente piena di suggestive metafore marinaresche, il conduttore ci ha raccontato di più di questo ritorno e dell’estate impegnativa che ha davanti.
Fabio, torni per il secondo anno al timone di Weekly, ci dobbiamo aspettare qualche novità oppure formula che vince non si cambia?
Più che altro io direi che soprattutto la squadra che vince non si cambia! E non parlo solo di me e Carolina, ma di tutte le persone che lavorano con noi, un team fortissimo, a prevalenza femminile. Sono donne che hanno una vena di follia creativa unita a una preparazione fuori dal comune: quando ti trovi imbarcato con questo tipo di equipaggio, non vorresti cambiarlo mai più!
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Entra nel canale WhatsAppAnche la squadra dei conduttori però va forte: con Carolina Rey sembrate molto affiatati, è così o è solo dovere di scena?
In realtà è proprio così! Ci siamo trovati bene insieme sin da subito. Già il secondo giorno che ci siamo conosciuti, molto prima di andare in onda, abbiamo capito che tra me e lei è stato amore a prima vista. Fortunatamente è ancora così. Ci prendiamo molto in giro davanti alle telecamere proprio perché c’è sintonia. Io a queste cose non credo molto, però siamo nati lo stesso giorno, e per quanto apparentemente diversi, c’è veramente una bella affinità, forse è questione di stelle, chissà.
Più soddisfazione, emozione o tensione nell’approccio alla seconda edizione di un programma che ha funzionato?
Io non so praticamente cosa voglia dire sentirmi tranquillo e soddisfatto quando devo portare a termine un impegno. Dicono che sono un burlone, un caciarone, ma la verità è che sul lavoro sono un grandissimo rompiballe, non sono mai contento al 100%, voglio sempre fare di più. Vorrei essere veramente capace di prendere il lavoro un po’ più tranquillamente, ma per me non esiste l’idea di goderci la traversata senza impegnarci troppo perché ormai certi risultati sono raggiunti. Io sono strafelice che il programma sia stato riconfermato, perché l’anno scorso era una scommessa affidare lo slot della mattina del weekend estivo, che aveva già una sua fisionomia molto ben definita, a due giovani, ma alla fine, se siamo ancora qui, vuol dire che ce la siamo cavata.
Quella del mattino del weekend estivo è una fascia oraria complessa, non tutti sono al mare o in qualche bella località di vacanza come si potrebbe immaginare
Io so perfettamente quante persone ci sono dietro lo schermo, e che cosa gradirebbero vedere. Noi non siamo esattamente dei big della conduzione, capaci di richiamare il pubblico solo con la nostra presenza, quindi credo che sia io che Carolina ci mettiamo forse dieci volte più impegno di quello che potrebbero giustamente fare conduttori più affermati di noi. Penso ci voglia un grande equilibrio per centrare il giusto approccio. Non ci vogliamo snaturare: noi siamo allegri, leggeri e Weekly per me è una sfida, una sorta di danza in punta di piedi. E riuscire a mantenere il tono giusto è più facile se non si pensa al pubblico generico ma alle singole persone che immaginiamo ci guardino. Credo che anagraficamente noi rappresentiamo un po’ un piccolo choc: due "pischelli" alla guida di un contenitore nella mattina del weekend. Si sente una grande responsabilità: nei mesi estivi chi rimane a casa ha bisogno soprattutto di non sentirsi solo. Noi vogliamo essere qualcosa che possa regalare qualche momento di spensieratezza, oltre a storie, idee e consigli. È prezioso se, anche per poco tempo, riusciamo a svuotare la testa delle persone dalle loro preoccupazioni.
Tu sei tra i volti giovani emergenti in Rai, secondo te c’è modo di riportare fasce di età più bassa all’interesse verso la televisione che fai tu, quella generalista? E se sì, come?
Non è un cambiamento che vedrei tanto sul prodotto, ma più sulle persone. Io sono stato fortunato. Lavoro in Rai da ormai 15 anni, mi sono preso bei rischi e se li sono presi anche le persone che mi hanno dato delle opportunità. Io sono uno che dà tutto, fino all’ultima goccia di sudore su un progetto, ma mi piacerebbe che anche ad altri giovani sia data la possibilità di giocarsi le loro carte, come sta succedendo per esempio a me e a Carolina. Quella che ci hanno affidato con coraggio è una fascia veramente tosta, c’era il rischio di fallire ma l’abbiamo fatto, ci siamo messi in gioco e non è stato un disastro, quindi è una cosa che si potrebbe fare più spesso. Trovare il modo di dare più spazio ai giovani professionisti.
Tu sei stato a lungo inviato e ora torni a fare il conduttore in studio, quale preferisci tra i due ruoli?
Sono due mestieri e due modi di fare tv diversi, entrambi molto affascinanti. In studio, in diretta, sento che ho molta possibilità di esprimere me stesso. Da inviato invece, riesco a immergermi totalmente nelle storie che vado a raccontare. La costruzione della mia professionalità l’ho fatta in studio, a Uno Mattina che è più di un’università, è una sorta di servizio militare della televisione. Poi, con questo prezioso bagaglio, ho avuto la possibilità di andare sul territorio e in particolare ho avuto la fortuna, che non capita spesso, anche di occuparmi di qualcosa che mi appartiene profondamente da sempre, il mare. Per me che sono un uomo di acqua, è stato un piacere buttarmi e cominciare a nuotare. Un’esperienza bellissima.
Che trascorsi hai con il mare, prima della tua esperienza con Linea Blu?
Io sono nato e cresciuto a Roma, ma solo dal lunedì al venerdì. Dal venerdì sera alla domenica sera sono cresciuto al mare: tra barche, surf, nuotate e pesca. E’ una passione che mi porto dentro da sempre e ancora coltivo ogni volta che posso, a prescindere dal lavoro. Il fatto di essere diventato inviato di Linea Blu è stato davvero un grande regalo, mi ha permesso di conciliare il lavoro che amo con una delle più grandi passioni della mia vita, una gran fortuna!
In questa lunga estate di impegni lavorativi, riuscirai a ritagliarti un po’ di relax, anche per stare con le tue due gemelline, Zoe e Greta?
Spero proprio di sì! Credo che faremo una pausa a metà agosto, anche se al momento non lo so ancora con certezza. L’anno scorso ce l’ho fatta a ritagliarmi un po’ di tempo libero e sono stato dieci giorni con le bambine al mare, tanto per cambiare! (ride)
Questa conferma alla conduzione di un contenitore è importante, come vedi il tuo futuro televisivo? Come vorresti che proseguisse il tuo percorso?
Nei miei sogni c’è un programma che mi rappresenti ancora di più, che sia in studio, che sia "on the road", non te lo so ancora dire, ma forse, se parliamo di sogno, direi qualcosa in studio che sia un talk o un contenitore, mi vedo sicuramente conduttore, ma ho tanti interessi e sono aperto ad ogni cosa, in questo bellissimo mestiere.