Verissimo, Giuseppe Giofrè, l'amore e il bullismo: “Il mio ex, unico grande amore, potremmo tornare insieme, chissà…”

Ospite di Silvia Toffanin, il ballerino e giudice di Amici 23 si è raccontato a cuore aperto parlando anche, per la prima volta della sua vita sentimentale

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Giuseppe Giofrè è ospite di Sivlia Toffanin a Verissimo nella puntata di domenica 14 aprile. L’occasione per l’intervista è il suo ritorno come giudice del serale di Amici, insieme ai colleghi Michele Bravi e Cristiano Malgioglio, e anche parlare della sua autobiografia, "Stidda", e quindi della sua vita.

E proprio in questa occasione, per la prima volta il ballerino, sempre molto riservato, rivela qualcosa in più sulla sua vita sentimentale, segnata da un unico grande amore. Si tratta del collega Adam, incontrato anni fa a Los Angeles con cui la storia è finita poco prima della pandemia, per poi riprendere poco dopo e finire di nuovo. Un classico amore tira e molla che il ballerino e giudice di Amici definisce: "L’unico grande amore della mia vita", aggiungendo: "Però nella vita non si sa mai, ci ritroviamo a lavorare spesso insieme, potremmo anche tornare a essere una coppia, chissà…" Insomma, il cuore di Giuseppe Giofrè sembra ancora molto occupato dall’ex, "come quei tatuaggi che li rimuovi, ma si intravede che sono sempre là".

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Verissimo, Giuseppe Giofrè si racconta a Silvia Toffanin: l’amore, la famiglia, il bullismo

Ma non solo di amore ha parlato Giuseppe Giofrè a Verissimo nell’intervista a Silvia Toffanin. La chiacchierata, come di consueto è partita da un video-ritratto dell’ospite, immortalato in alcune performance a fianco dei più grandi artisti pop del mondo: da Taylor Swift a Britney Spears, passando per Jennifer Lopez. La strada, racconta Giofrè, che unisce Gioia Tauro a Los Angeles è stata lunga e irta di ostacoli, ma lui ha sempre potuto contare su una famiglia che lo ha spinto a sognare in grande.

La sua autobiografia si intitola "Stidda", che vuol dire "Stella", e che è anche il soprannome del nonno materno del ballerino, che, racconta, "da giovane ha fatto il marinaio e ha visto il mondo, e lui mi ha sempre spinto a pensare in grande. In qualche modo ho rivisto la sua storia nella sua e viceversa, per questo gli ho dedicato il libro". E infatti poi va in onda un video messaggio di nonno Stidda che dice quanto sia orgoglioso del nipote. Ma anche per i genitori il ballerino ha parole di grande gratitudine: "Mio padre era un muratore, la mia famiglia ha fatto grandissimi sacrifici per farmi ballare e io non potrò mai ringraziarli abbastanza".

Poi racconta che sognava l’America fin da bambino e, appena arrivato a Los Angeles, è arrivata la chiamata di Amici, 11 anni fa. Lui era restio a tornare in Italia per partecipare al talent di Maria De Filippi, proprio perché avrebbe dovuto far sostenere ai genitori un’altra spesa per l’aereo, ma la mamma insistette dicendo "E’ un treno che passa una volta sola", e il ballerino dice: "Alla fine su quel treno ci sono salito e sono ancora a bordo a continuare questo viaggio".

Un viaggio per intraprendere il quale c’è voluta tanta forza e determinazione, per un bambino che voleva ballare venti anni fa in un piccolo paese della Calabria, dove i bulli lo aspettavano per strada per rincorrerlo e picchiarlo. "Rivedo tutto come fosse ora, loro che mi aspettavano sul corso, io che cominciavo a correre. Avevano iniziato dagli insulti, mi dicevano femminuccia, poi mi aspettavano per strada per picchiarmi".

Un segreto che non ha mai confidato ai genitori. Racconta Giuseppe Giofrè a Silvia Toffanin: "Non l’ho mai detto ai miei, sono stato riservato, chiudermi in una sala di danza è stato un modo per sentirmi al sicuro dal bullismo. I miei l’hanno scoperto un anno fa, ne abbiamo parlato e io gli ho spiegato che non dovevano sapere nulla perché erano già tanto impegnati a trovare il modo di farmi ballare. Hanno fatto tanti sacrifici e non potrò mai ringraziarli abbastanza."


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