Toto Cotugno, chi è la moglie Carla: il tradimento e il figlio Nico, la sorellina morta sotto ai suoi occhi, la malattia

Il figlio del cantautore è ospite di Mara Venier domenica 5 maggio, e per l'occasione vogliamo ripercorrere insieme la vita privata e i dolori dell'artista

Toto Cutugno, il celebre cantautore morto il 22 agosto 2023, all’età di 80 anni, dopo una lunga malattia, era sposato con la moglie Carla Galli dal 1971. La coppia non ha avuto figli, anche se l’artista ha avuto una relazione extraconiugale che ha portato alla nascita del figlio Nico , ospite da Mara Venier a Domenica In il 5 maggio 2024. Il tradimento, perdonato subito dalla sua compagna di vita, ha rafforzato il loro legame al punto che proprio Carla lo ha spinto a riconoscere il figlio. Ma vediamo insieme i dettagli sul matrimonio, il rapporto con il figlio, la morte della sorella Anna e la malattia affrontata con Al Bano.

Toto Cutugno, chi è la moglie Carla Galli e il figlio Nico

Toto Cutugno e la moglie Carla erano sposati da 50 anni e il loro amore non ha mai vacillato. Lo aveva confermato lo stesso artista durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nel 2018, quando ha parlato della reazione della sua amata al tradimento: "Carla poteva cacciarmi di casa e invece non l’ha fatto. La prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome". E a proposito del figlio Nico, laureato in Economia, il cantautore ha sempre usato solo parole belle per descriverlo, sia sui giornali che sui social: "È uno di quei tanti bravi ragazzi italiani sui quali il nostro Paese dovrebbe puntare", aveva detto al Corriere della Sera, mentre sui social ha spesso pubblicato delle fotografie che li ritraevano insieme con dolcissime didascalie, quali: "Nico è la mia luce, illumina le giornate" e "Grazie a Dio ora vive a Milano e quindi siamo quasi sempre insieme". In seguito, aveva parlato anche del ruolo di padre nel corso di un’intervista per TV, Sorrisi e Canzoni nel 2019: "Merito 10 in lealtà. A mio figlio Nico ho sempre insegnato a vivere così, senza mancare di rispetto a nessuno. Cosa mi ha insegnato lui? A essere sincero. Se mento Nico si arrabbia. Ma a me piacciono molto le bugie".

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La morte della sorella davanti ai suoi occhi

Non solo gioie, ma anche tanti dolori, come la perdita della sorella, morta soffocata davanti a lui: "Ho visto morire mia sorella Anna, la più grande, sotto i miei occhi, soffocata. Stava mangiando gli gnocchi e uno le andò di traverso. Aveva 7 anni, io 5. Pochi mesi dopo nacque mio fratello Roberto, a cui voglio un bene dell’anima, che si ammalò di meningite e da allora, come previde il medico, ha avuto una vita agitata. E poi l’altra mia sorella, Rosanna, che è stata la prima bambina a essere operata al cuore in Italia, a Torino. Papà si indebitò per quell’intervento. Finì di pagare a rate nel 1978, due anni prima di morire".

La malattia di Toto Cutugno

Nel 2007 i medici avevano diagnosticato a Toto Cutugno un tumore alla prostata, che lo ha costretto a operarsi e seguire una lunga terapia. A svelare qualche dettaglio in più sull’effettiva situazione di allora è stato il diretto interessato: "Avevo le metastasi del cancro che arrivavano quasi ai reni. Se non mi facevo operare subito le metastasi arrivavano ai reni ed ero finito". L’uomo ha scoperto di avere la malattia grazie all’intervento di Al Bano Carrisi, il quale gli aveva consigliato di mettersi nelle mani di uno specialista, come in seguito ha fatto. "Sono un miracolato, quindi oggi mi godo la vita. Me la godo, la vita è un dono di Dio. Senza far del male a nessuno, non devi essere ipocrita. Io ho un carattere di mer*a, ma ho una bella anima. Mi hanno tolto il rene destro. L’unico problema che ho è che non posso camminare tanto, perciò a ogni concerto ho il mio sgabello e canto con la chitarra o con il pianoforte… per 3 ore in piedi non posso esibirmi. Al Bano è una delle persone più vere ed oneste che io abbia incontrato, ti dà l’amicizia", aveva riferito l’artista durante un’ospitata successiva a Verissimo. Lo stesso Carrisi aveva confermato quanto detto da Cutugno: "Sapevo della malattia già nel 2004, quando mi venne a chiedere consiglio, perché avevo amici al San Raffaele e lo aiutai per le prime cure e le prime diagnosi di tumore alla prostata. Allora gli diedero cinque mesi di vita, ma ha resistito poi altri vent’anni".

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