Totò Cascio, che fine ha fatto la star di Nuovo Cinema Paradiso. La cecità e l'aiuto (provvidenziale) di Bocelli

Dopo l’enorme successo del film di Tornatore l’attore siciliano ha dovuto fare i conti con la perdita progressiva della vista che ha segnato la sua carriera

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

Content editor

Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

La sua fama è indissolubilmente legata all’enorme successo di Nuovo Cinema Paradiso, che l’ha consacrato giovanissimo nel mondo del cinema, ma la strada di Salvatore "Totò" Cascio non è stata certo priva di difficoltà. Dopo il film di Giuseppe Tornatore, infatti, l’attore siciliano classe 1979 ha dovuto fare i conti con una retinite pigmentosa che gli ha causato la perdita progressiva della vista, mettendo a repentaglio la sua intera carriera. Pubblicato il suo libro, Cascio è recentemente tornato al cinema. Scopriamo la sua storia.

Totò Cascio: cosa fa oggi l’attore di Nuovo Cinema Paradiso

Nella memoria collettiva dei cinefili il successo di Salvatore "Totò" Cascio è ovviamente legato a Nuovo Cinema Paradiso, il film del 1988 di Giuseppe Tornatore che lo consacrò come attore prodigio a soli 9 anni nei panni del piccolo "Totò" Di Vita, interpretato da adulto da Jacques Perrin. Dopo aver lavorato in altre pellicole nel corso degli anni Novanta, però, la carriera di Cascio non è decollata, anche e soprattutto a causa della malattia che ha colpito l’attore siciliano, che si è preso una lunga pausa lontano dal grande schermo tornando nella "sua" Sicilia. "Mi sono fatto fottere dalla malattia. Sono stato costretto a restare" ha raccontato Cascio in una recente intervista al Corriere della Sera, spiegando: "Ho lavorato fino al 2001 e mi sono risvegliato nel 2015. Quando ho capito che dovevo accettare la malattia (…) La retinite pigmentosa mi ha reso quasi cieco e mi sono rinchiuso nel mio guscio".

Salvatore "Totò" Cascio ha infatti dovuto affrontare la perdita progressiva della vista: "All’inizio la prova non l’ho accettata. Speravo nella scienza, nei microchip, nei miracoli. Intanto gli anni passavano. Alla fine ho capito che l’unico rimedio era accettare". L’amicizia con Andrea Bocelli è stata, in questo senso, fondamentale, come spiegato da Cascio stesso al Corriere: "Per anni ho vissuto la malattia come una vergogna. Lui mi ha insegnato un concetto semplice: la disabilità non è un disonore. Poi ha fatto pure la prefazione al mio libro". Nel 2022, infatti, Cascio ha pubblicato la sua autobiografia La gloria e la prova, raccontando la sua carriera proprio dal successo di Nuovo Cinema Paradiso alla battaglia contro la patologia.

Dopo anni di timori e paure, però, Salvatore Cascio ha imparato ad accettare la sua malattia ed è tornato con un nuovo spirito anche a girare: "Attualmente sono ancora in giro con il mio libro. E, soprattutto, sono tornato al cinema. Ho già partecipato a due film, di Aurelio Grimaldi e Maurizio Trapani e ho tanti progetti. Sono felicissimo di essermi ripreso la mia vita".


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