Strage di Erba, no alla revisione e bufera social. Lucarelli: "Lo sapevamo già". Deluso l'innocentista Monteleone

L'istanza di revisione del processo è stata respinta. Esulta Selvaggia con un post su Instagram. Mentre la Iena parla di "volto peggiore della giustizia italiana".

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

I giudici hanno deciso. Nessuna revisione al processo sulla Strage di Erba. Rosa e Olindo, all’ergastolo per omicidio, restano dove sono. Perché l’istanza per rivedere il processo è stata ritenuta inammissibile, quindi si dà ragione a quanto già deciso in primo grado, appello e Cassazione. E mentre il legale dei carcerati annuncia il ricorso, si dividono i social con la solita bufera di commenti. Da una parte si lamenta la Iena Antonino Monteleone, in questi anni portavoce delle numerose richieste di revisione al processo di Erba. Dall’altra, invece, sta Selvaggia Lucarelli, che come tanti commenta soddisfatta la fine di un iter discutibile. Ecco qui sotto tutti i dettagli.

Strage di Erba, bufera social tra Selvaggia e Monteleone

Ore 14 circa. Arriva la decisione dei giudici della Corte d’appello di Brescia, riuniti in camera di consiglio. Ed è una decisone netta. "Nessuna revisione del processo". La Strage di Erba è stata fatta da Olindo e Rosa, punto. Niente da fare per le istanze di revisione presentate dai coniugi all’ergastolo e dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser. Si parla in sostanza di inammissibilità delle istanze o non ammissione di nuove prove chieste dalla difesa.

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I fatti risalgono all’11 dicembre 2006. Morirono quattro persone, in una strage che è rimasta nella storia nera del nostro Paese. Morì 30enne Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni Youssef, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Tutti massacrati brutalmente. Tutti tranne il super-testimone Mario Frigerio, che sopravvivendo a una ferita alla gola riuscì a raccontare cosa aveva visto. Da lì, l’ergastolo per i vicini di casa Olindo Romano e Rosa Bazzi. Anche se poi, a molti anni di distanza, qualcuno aveva creduto alla loro (francamente poco credibile) professione di innocenza (infatti avevano ritrattato). E così si era riaperto tutto.

Ma adesso i giudici ci mettono una pietra sopra. Con buona pace, soprattutto, del campione degli innocentisti Antonino Monteleone. La Iena aveva infatti curato parecchi servizi sostenendo l’innocenza dei coniugi. E oggi tuona, deluso, tramite il suo profilo social X. "Tra 90 giorni", scrive Monteleone, "sapremo con quali motivazioni la Corte d’Appello di Brescia ha deciso di pronunciare una sentenza per dichiarare l’inammissibilità delle tre istanze di revisione della sentenza sulla ‘Strage di Erba’". Poi esplode la sua insoddisfazione: "Certamente la decisione è deludente. Ma non scioglie uno solo dei dubbi documentati in questi anni. Ammettere le prove, forse, lo avrebbe consentito. Fermare questa revisione, oggi, con queste forme è solo il volto peggiore della giustizia penale italiana. Chi frequenta i tribunali ha le idee già abbastanza chiare sul tema. Bisognerà continuare a parlarne".

Chi invece si dice soddisfatta, all’interno dello schieramento opposto, è Selvaggia Lucarelli. La giornalista dedica difatti una storia alla decisone dei giudici. Leggiamo: "Istanza di revisione respinta. Rosa e Olindo sono gli autori della strage di Erba, come abbiamo sempre saputo". Esplode intanto la bufera social. Ma per fortuna decidono i tribunali veri, non quelli online. Con buona pace dei leoni da tastiera.


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