Selvaggia Lucarelli risponde alle critiche per il Caso Pedretti, pubblica le minacce di morte e lascia Twitter

La giornalista non sceglie la via del silenzio, come suggeritole in qualche commento, e attacca subito chi la critica, rispedendo al mittente le accuse

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Prosegue la bufera mediatica che sta investendo in questi giorni la coppia formata da Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli. In particolar la giornalista, data la sua forte esposizione su social ed altri media, è quella che sta pagando maggiormente per le risposte date in merito al caso Pedretti: la donna morta, probabilmente suicida, dopo che una recensione del suo locale era stata evidenziata come probabilmente falsa dallo chef Biagiarelli. Selvaggia ora prosegue il suo dialogo social con gli hater, evidenziato il suo punto di vista e condannando chi la scredita.

La replica di Lucarelli

Non è tardata quindi arrivare, tramite X, la risposta della giornalista a chi l’accusa di essere la causa della morte della ristoratrice, o che avrebbe dovuto scegliere la via del silenzio. La giudice di Ballando con le stelle rispedisce infatti al mittente le accuse, spiegando che il rapporto di causa-effetto evidenziato da alcuni non esiste: "I giornalisti che in queste ore paragonano il debunking che spiega perché una notizia è falsa al giornalismo modello Iene che fa imboscate a chi rifiuta interviste, insegue, bracca, aspetta sotto casa o al lavoro, monta le immagini dei silenzi e delle fughe, musichette suggestive e faccioni degli inviati in servizi tv in prima serata, beh, come disse qualcuno, ‘O sono cretini o sono dei farabutti in malafede’". Intanto sui social si scatena lo sdegno anche per l’ultimo commento di discolpa della giornalista, tra chi la incolpa senza remore: "#GiovannaPedretti è una vittima del metodo #FabbricaOdio: squadrismo anonimo, gogna, insulti e minacce. Tutto ciò è intollerabile", e chi suggerisce alla Lucarelli una strada diversa: "Io dico solo che un po’ di umana pietà non farebbe male. Una figlia non ha più la madre che FORSE ha sbagliato e non ha retto a questa epoca social che vive solo per infangare, attaccare".

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Le minacce di morte ricevute

La giornalista non si ferma però qui, e condivide anche le minacce ricevute dai suoi hater, evidenziando come da un lato l’accusino di aver spinto una donna al suicidio evidenziando delle irregolarità, e dall’altro minaccino lei stessa di morte: "So dove abiti, veniamo a casa tua a pestarti". E ancora "Guardati le spalle perché hai le ore contate, ti accoltello quando meno te lo aspetti. Non è uno scherzo ma l’ultima che hai fatto la pagherai pesantemente. Ti sgozzo come un maiale". Chi non la minaccia, le intima di vergognarsi: "Vergognati, hai istigato al suicidio una povera donna: assassina sei deplorevole". E un’altra utente scrive: "Fai veramente schifo, vergognati". Mezzi sicuramente deplorevoli per far valere le proprie opinioni.

L’uscita da X

La giornalista, non riuscendo o volendo fronteggiare l’odio online, alle fine rinuncia al confronto con gli hater e decide però di abbandonare la piattaforma di X, ex Twitter, accontentandosi di Instagram: "Nessuno ha il coraggio di fare una riflessione sul ruolo della stampa in questa vicenda e domandarsi perché una notizia irrilevante e pure falsa era in home ovunque. Si preferisce scaricare le colpe più genericamente sui social brutti e cattivi, social che alla fine sono il perfetto capro espiatorio del giornalismo. Il debunking è stato opera di una persona che si occupa di cibo e ristorazione, che non ha mai criticato nessuno, che non manganella. Il suicidio si inserisce in un quadro più complesso, purtroppo- salvo casi evidenti o eclatanti- non sempre immaginabile. Le critiche possono essere una concausa, il che non vuol dire che si può offendere o denigrare". Poi riflette sul suo ruolo del giornalismo: "Si è poi detto che il debunking non lo deve fare chi non è giornalista. Qui però il non giornalista è forse l’unico ad aver scritto una cosa vera, con parole misurate e chiamando la signora per verificare. E poi, se i social sono roba diversa dal giornalismo, come mai il giornalismo attinge tutti i giorni dai social e a mani basse? Essere associati a suicidi con questa facilità sui giornali e questa goduria generale potrebbe uccidere molto più che una critica per aver raccontato una bugia, ma alla fine se mai si ammazzasse qualcuno si potrebbe sempre dare la colpa ai social. Gli unici, in questo caso, che avevano raccontato la verità". Poi conclude criticando un giornalista che si è esposto contro di lei.


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