Selvaggia Lucarelli, la sua avvocata spaventa tutti: "Ogni giorno viene minacciata di morte". Chi la perseguita
La sua avvocata, Barbara Indovina, denuncia un'escalation di odio contro Selvaggia Lucarelli, tra minacce di morte e campagne di diffamazione virali sui social.

Negli ultimi giorni, Selvaggia Lucarelli è finita nuovamente al centro dell’attenzione mediatica a causa di una serie di attacchi ricevuti, sia online che dal vivo. La sua avvocata, Barbara Indovina, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per fare chiarezza sulla vicenda e spiegare da dove, secondo lei, ha origine questo clima d’odio nei confronti della giornalista.
La contestazione in libreria secondo l’avvocata Indovina
L’episodio più recente si è verificato durante la presentazione di un libro scritto da Serena Mazzini, con cui Lucarelli ha collaborato per alcune inchieste sui social media. Un gruppo di contestatori ha fatto irruzione bloccando l’evento, guidato da Massimiliano Zossolo, amministratore della nota pagina Welcome to Favelas. Secondo l’avvocata Indovina, il motivo di questa contestazione affonda le radici nel passato: "Zossolo non ha mai perdonato a Lucarelli il fatto che lei, con un suo lavoro di inchiesta, nel 2017 abbia fatto chiudere pagine Facebook d’odio di cui Zossolo era amministratore".
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Entra nel canale WhatsAppDurante la contestazione erano presenti numerosi content creator che hanno ripreso la scena per poi diffonderla sui social. Selvaggia Lucarelli, nelle sue storie di Instagram, ha espresso dubbi sulla sua partecipazione a future presentazioni, compresa una che si terrà nella stessa libreria teatro della protesta.
Le radici dell’odio contro Selvaggia Lucarelli
Ma perché Selvaggia Lucarelli è così tanto bersagliata? L’avvocata Indovina individua la causa nelle sue inchieste e nel suo approccio diretto e senza filtri. "Tante persone non sopportano le sue posizioni scomode", afferma, facendo notare come l’odio nei suoi confronti si sia amplificato grazie ai social media.
L’ondata di attacchi alla giornalista, infatti, si inserisce in un nuovo modello di comunicazione basato sulla viralità dei contenuti d’odio. "Assistiamo a una nuova tipologia di comunicazione che mira alla viralità su Instagram, Twitter e TikTok, sdoganando l’offesa, il body shaming e l’attacco ai personaggi noti", dichiara Indovina. Secondo l’avvocata, la libertà di parola non può e non deve diventare un pretesto per giustificare l’insulto e la denigrazione personale.
Ricordando anche il recente attacco durante lo spettacolo di Fabrizio Corona, l’avvocata aggiunge: "Corona aveva iniziato ad apostrofarla con parole irripetibili. In poco più di un anno, Selvaggia ha ricevuto centinaia di messaggi da persone (spesso giovanissimi) che la apostrofano con quelle stesse parole attraverso messaggi, video tra le risate, in tutti i canali social: postare il dileggio è diventato lecito, questi contenuti di odio sono diventati virali. Negli ultimi tre giorni sono arrivate le minacce di morte".
La vicenda di Selvaggia Lucarelli solleva dunque un tema più ampio: il confine tra critica e odio sui social, e il ruolo che le piattaforme e la giustizia dovrebbero avere nel contrastare fenomeni di cyberbullismo e stalking mediatico.