Selvaggia Lucarelli asfalta Fazio (sempre sul caso Ghali). E non perdona niente alla Venier

La giornalista ha attaccato il conduttore di Che Tempo Che Fa con un duro post social. E non è mancata neanche una bella stoccata alla regina di Domenica In. Ecco i dettagli.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Selvaggia Lucarelli torna all’attacco, e lo fa con un doppio obiettivo. Il primo è Fabio Fazio, che ieri a Che Tempo Che Fa ha ospitato Ghali, riportando al centro del dibattito la polemica su Gaza. Secondo la giornalista de Il Fatto Quotidiano, autrice a proposito di un post infiammato su Instagram, le esternazioni del conduttore sono state più che fuorvianti (per lei siamo di fronte a una "manipolazione della realtà"), e in più le è parso strano che Fazio, al posto di Ghali, esprimesse con parole proprie il pensiero del rapper. C’è poi stato un secondo obiettivo, come detto, e si tratta di Mara Venier. Alla regina di Domenica In, Lucarelli non ha perdonato l’allineamento pro-Israele "suggeritole" settimana scorsa dalla Rai. Ma vediamo meglio tutti i dettagli.

La rabbia di Selvaggia Lucarelli sul caso Ghali

L’ultimo post Instagram di Selvaggia Lucarelli non ha risparmiato (come spesso accade) quasi nessuno. La blogger ha voluto innanzitutto puntare il dito contro l’ospitata di Ghali da Fabio Fazio, andata in onda ieri, domenica 18 febbraio, sul canale Nove. Alla base della polemica c’è sempre quello "stop al Genocidio" che il rapper aveva gridato al Festival, alzando inevitabilmente un polverone mediatico. È una questione complessa, questa, giocata tutta su sfumature e omissioni, ma è innegabile che la Lucarelli (pur servendosi di tanta, forse troppa, verve) riesca a far passare il suo pensiero molto chiaramente.

"Ho recuperato ora l’intervista di Fazio a Ghali", esordisce Selvaggia via social, e "mi spiace constatare che, come prevedibile, si sia assistito a un tentativo (malriuscito) di manipolazione della realtà. Con la sua aria candida e fintamente inconsapevole di quale fosse il tema sollevato da Ghali e Dargen a Sanremo (Gaza e il genocidio in atto) con tanto di lettura di comunicato e reazioni di Israele, Fazio ha finto che la questione fosse solo la PACE". Per capire la rabbia, qui va sottolineato il punto cruciale: Fazio si è ben guardato dal pronunciare (e far pronunciare) nuovamente la parola "genocidio" a Ghali. Il discorso del conduttore si è mantenuto invece su concetti più neutri e quindi meno divisivi, ovvero la pace, e la fine dei massacri.

Bordate a Fazio e Mara Venier

In più, prosegue Lucarelli nella filippica, Fazio "ha finto anche stupore nell’assistere all’agitazione altrui. Quell’ "ALTRUI" però è rimasto senza nome, nonostante un nome lo avesse, e cioè "Israele". Imbarazzante poi arrogarsi il diritto di riassumere LUI ciò che avrebbe detto Ghali, affermando che non c’è nulla di strano nel pronunciare le parole "guerra" o "massacro", quando Ghali a Sanremo ha detto una parola molto più precisa, e cioè "Genocidio"". Perché la differenza a questo punto è sostanziale. Genocidio, dice Selvaggia, è una parola pesantissima che Fabio Fazio non ha avuto il coraggio di verbalizzare come invece era accaduto a Sanremo. "In pratica", insiste ancora la firma del Fatto, "si sono dette cose più nette e coraggiose a Sanremo e perfino a "Domenica in"" – qui Mara Venier aveva ospitato Ghali, leggendo però il comunicato pro Israele dell’ad Rai Roberto Sergio – "dove qualcuno al massimo ha dovuto eseguire un ordine come un soldatino ma nessuno, con l’atmosfera da parrocchia di campagna, ha recitato la parte di Alice nel paese delle meraviglie".

L’intervento della Lucarelli, dopo aver toccato con veleno anche la Venier, si è infine diretto ancor di più al punto: "GENOCIDIO, Fazio. Si era detto "GENOCIDIO". Non "w la pace e abbasso le guerre". E no, non è un concetto semplice da temino alle elementari. È lo sterminio di una popolazione e convertire l’espressione in "guerra" è una scelta molto precisa, che riporta il conflitto su una scala diversa, con una valenza giuridica diversa…Parole dette solo per annacquare un messaggio e non irritare Israele, perché se si sta parlando di TUTTO, si sta parlando di niente. Il finto stupore, Fazio, va bene per le gag con Luciana Littizzetto, non per un genocidio".


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