Sanremo 2026, bando aperto a tutte le tv (ma c'è una clausola spaventosa): chi minaccia Carlo Conti e il futuro della Rai

Per la prima volta dal 1955 il Festival non sarà direttamente della tv di Stato: al via il bando pubblico, quanto dovranno sborsare Mediaset e Discovery

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

Content editor

Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

Sanremo non è più della Rai, almeno per il momento. Per la prima volta dal 1955, infatti, il Festival della Canzone italiana non sarà affidato direttamente alla tv di Stato. Come annunciato dal sindaco di Sanremo Alessandro Mager, infatti, il Comune ha lanciato un bando pubblico aperto a tutte le emittenti tv per l’organizzazione e trasmissione dell’evento. La Rai, ovviamente, rimane in prima linea, anche e soprattutto grazie a una clausola che rischia di tagliare fuori eventuali iniziative da parte della concorrenza Mediaset e Discovery. Scopriamo cosa sta succedendo e tutti i dettagli.

Festival di Sanremo, bando aperto a tutte le emittenti (non solo Rai)

"Per la prima volta nella sua storia il Comune di Sanremo, titolare dei marchi Festival di Sanremo e Festival della Canzone Italiana, rispondendo alla sentenza del Tar, ha dovuto pubblicare una manifestazione di interesse per quello che è unanimemente riconosciuto come l’evento mediatico più importante d’Italia, capace ogni anno di coinvolgere milioni di persone". Con queste parole il sindaco di Sanremo Alessandro Mager ha annunciato il nuovo bando aperto a tutti i potenziali partner per l’organizzazione e trasmissione del Festival della Canzone italiana a partire dalla prossima edizione fino al 2028. Lo scorso anno, infatti, il Tar Liguria dichiarò illegittimo l’affidamento diretto della kermesse alla Rai e dispose la pubblicazione di un bando aperto a tutte le emittenti televisive. Si tratta quasi di un unicum: per la prima volta negli ultimi 70 anni Sanremo non finirà direttamente alla Rai, cosa accaduta solo in occasione delle prime edizioni (dal 1951 al 1954). La domanda, ovviamente, è una sola: chi può ‘minacciare’ il monopolio della tv pubblica?

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Chi può aggiudicarsi la kermesse di Carlo Conti: la clausola che spaventa Mediaset e Discovery

Ufficializzato il nuovo bando aperto a tutte le tv, resta da chiarire chi potrebbe essere in grado di inserirsi nella ‘corsa’ al Festival di Sanremo e assicurarsi la diretta dell’evento. La Rai, naturalmente, ha già fatto sapere con una nota di essere "in prima fila con il proprio progetto" e che "non sarà facile battere il servizio pubblico". La tv di Stato può fare leva anche e soprattutto su una clausola monstre per le reti concorrenti: se l’emittente dovesse registrare ascolti inferiori di oltre 15 punti rispetto alla media delle ultime cinque edizioni, infatti, il Comune potrà revocare l’incarico. Considerate le cifre da capogiro raggiunte dal Festival (numeri vicini anche al 60% di share), l’asticella rischia di essere troppo alta sia per Discovery che per Mediaset, che difficilmente si imbarcheranno in un’operazione quasi impossibile come questa lasciando spazio alla Rai, l’unica in grado di rispettare certi parametri. Carlo Conti (e, in futuro, Stefano De Martino?) possono quindi scaldare i motori.


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