Sanremo 2025, le pagelle della finale: Brunori Sas da vittoria (9), Marcuzzi 'persa' (4), Conti si mette in 'gioco' (6)
Nella quinta serata del Festival di Sanremo Conti migliora (ma non abbastanza), mentre la Marcuzzi fa la 'sciocca' e Corsi e Brunori Sas convincono: le pagelle
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Al termine della finale di Sanremo 2025, giunto al capolinea dopo 5 giorni di musica, polemiche (poche, in realtà) e ascolti record, è stato eletto il vincitore del Festival, ovvero Olly con Balorda Nostalgia. Per l’ultima volta, i 29 cantanti in gara si sono esibiti sulle note dei brani selezionati da Carlo Conti, direttore artistico e conduttore della 75esima edizione del Festival di Sanremo. Ad affiancare quest’ultimo nella conduzione della finale sono stati Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan. Non sono mancati poi ospiti di spicco, come Alberto Angela, Vanessa Scalera, passando per Edoardo Bove (il calciatore che lo scorso dicembre fu colpito arresto cardiaco durante il match Fiorentina-Inter), Antonello Venditti (che riceverà un premio alla carriera). Ecco le pagelle della finale del Festival di Sanremo, in onda su Rai Uno sabato 15 febbraio 2025.
Sanremo 2025, serata finale (15 febbraio): le pagelle
Brunori Sas emoziona, voto 9: il cantautore, sempre più a suo agio sul palco dell’Ariston, riesce a emozionare il pubblico senza farlo deprimere, usando parole fresche, ponderate e mai scontate. La sua esibizione è caratterizzata da una leggerezza di fondo, data non solo dai toni ma anche dai movimenti delicati quanto il contenuto. L’atteggiamento è quello di una persona sicura di sé che sa di aver portato in scena un pezzone, come lo è L’albero delle noci: il testo più bello di tutta l’edizione. "E tutta questa felicità forse la posso sostenere, perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore" dice.
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Entra nel canale WhatsAppAlberto Angela si emoziona, voto 8.5: il paleontologo si emoziona parlando di come la canzone Terra promessa di Eros Ramazzotti fosse moderna per quei tempi perché guardava al futuro e poi dice ai giovani: "Non abbiate paura, il futuro è qui e dobbiamo costruirlo". Un bel momento, forse uno dei più alti della quinta serata.
Antonello Venditti riceve il Premio alla Carriera, voto 8.5: una voce un po’ affaticata, ma con Ricordati di me e Amici mai emoziona come la prima volta, forse perché è bello sentire ancora certi capolavori della musica italiana e tornare indietro nel tempo. Certo è che il premio alla carriera è meritatissimo e lui, con grande umiltà, prende e porta a casa.
Edoardo Bove empatico, voto 8: la dolcezza e l’empatia di Edoardo non la trovi ovunque e in chiunque, ed è questo a colpirci. Bove ammette che gli manca il calcio, suo unico modo per esprimere sé stesso e poi ringrazia il pubblico per la vicinanza dimostrata dopo il suo incidente in campo, facendo inoltre un appello importante: "Conoscere il primo soccorso ci mette tutti più al sicuro". Un cuore di panna, in sostanza, che si preoccupa per gli altri: "Ringrazio tutti. Però in questi giorni mi sono arrivate molte notizie di persone che non hanno ricevuto lo stesso trattamento, e sono qui per sottolineare l’importanza del primo soccorso." Un po’ impacciato invece nell’annunciare Elodie, ma nulla di imperdonabile.
Lucio Corsi con Volevo essere un duro, voto 8: "Ma non ho mai perso tempo, è lui che mi ha lasciato indietro". Il merito di Lucio Corsi è quello di aver portato un pizzico di innovazione nel Festival, presentandosi come un alieno che arriva da un altro mondo come il suo modo di fare musica, così delicato, leggero e pieno di grazia. Meraviglioso, e meritevole di vincere l’edizione. Non trionfa, ma un secondo posto non è certo da buttare.
Giorgia da brividi ma il brano è una ‘palla’, voto 8: che talento, una voce inarrivabile, almeno tra quelle dei Big in gara, sprecata per una canzone come La cura per me, troppo noiosa per quanto sanremese, classica. La potenza vocale di Giorgia però arriva tutta. E poi la commozione finale – ritirando il premio TIM – per l’applauso del pubblico che le urla "hai vinto!" "L’affetto del pubblico è la vera vittoria, soprattutto dopo questi anni ha un valore inestimabile. Non so se lo merito, ma vi ringrazio con tutto il cuore" risponde Giorgia con le lacrime agli occhi. Quante emozioni: è lei la star del Festival.
Achille Lauro con Incoscienti giovani, voto 7.5: l’ultima sera del Festival Lauro spicca il volo. Se prima di questa sera non ci aveva affatto convinto, oggi quella malinconia che emerge dalla sua interpretazione dà una profondità maggiore all’intera performance. Forse ci voleva la finale per far sì che ritrovasse l’ispirazione dopo una seconda esibizione un po’ calante.
Willie Peyote con Grazie ma no grazie, voto 7: divertente, presenza scenica da vendere e ritmo nel sangue. Un mix che ben si accosta a un testo originale e ironico accompagnato da una melodia un po’ scanzonata e leggera.
Marcella Bella con Pelle Diamante, voto 7: un’esibizione dinamica e vibrante quella portata sul palco dalla cantante di Montagne Verdi. La voce non le manca, né un corpo di ballo ad accompagnarla in quella che risulta l’esibizione più a fuoco dell’artista nel corso della kermesse, ma il testo non spicca per originalità in mezzo agli altri.
Olly con Balorda nostalgia, voto 6.5: seppure il brano sia abbastanza dimenticabile, premiamo Olly per la sua sentita interpretazione. Ha fatto sua la canzone ed è evidente dal modo in cui si muove al centro della scena: la gestualità e l’espressività – entrambe in chiave ‘drammatica’ – rendono molto bene la sensazione di sofferenza. E poi tiene perfettamente il palco.
Bresh con La tana del Granchio, voto 6.5: è cresciuta nel tempo la canzone di Bresh, Al terzo ascolto, infatti, il ritornello lo cantiamo come se il brano fosse online da anni. Sarà che è orecchiabile e si ripete almeno tre volte nel testo, ma già che rimanga nella testa è un buon segno. C’è del potenziale, non del tutto espresso per il momento.
Coma_Cose con Cuoricini, voto 6: Cuoricini è già un tormentone che, immaginiamo, ci terrà compagnia per molto tempo ancora, nonostante il testo in sé lasci un po’ a desiderare. Ma la canzone è talmente assurda da funzionare e configgersi nella memoria.
Francesca Michielin con Fango in paradiso, voto 6: la cantante ci aveva convinto di più nella prima serata, ma ora il brano si è trasformato in una canzonetta che non suscita emozioni, anche perché lei è abbastanza fredda mentre si esibisce. Carina sì, ma niente di che.
Carlo Conti si mette in gioco (un po’…), voto 6: anche se inizialmente il conduttore sembra un po’ svogliato, andando avanti con la finale, rispetto alle prime tre sere, appare meno ‘abbottonato’ (un po’ come ieri sera) e più propenso a dare spazio ai co-conduttori e a ‘giocare’ con loro. Peccato che la voglia di finire in tempo non lo abbia ancora abbandonato: solo nel finale si lascia andare anche in tal senso, senza dare alcun peso a quei pochi minuti di ritardo.
Simone Cristicchi emoziona con furbizia, voto 5.5: Cristicchi ha il merito di riuscire a commuovere tutti attraverso l’uso di parole semplici ma ben pensate per raccontare perfettamente una storia che, più o meno, appartiene ognuno di noi. A piacerci meno è il fatto che a fine esibizione chiude gli occhi, come se stesse per scoppiare a piangere, per aumentare il pathos e, a nostro avviso, ottenere maggiori consensi: la canzone è già ruffiana di suo, c’è davvero bisogno di esagerare?
Fedez con Battito, voto 5.5: le barre del testo ci piacciono, lo abbiamo già detto, come quel tocco di creatività che da un po’ di tempo gli mancava, però il cantante, a parer nostro, sta puntando un po’ troppo sul vittimismo e ciò lo riteniamo abbastanza fastidioso.
Noemi sottotono con Se t’innamori muori, voto 5: questa sera la cantante ci sembra meno in forma rispetto all’ultima volta. A mancarle è un po’ di voce, come se non riuscisse a esprimere il suo talento vocale come dovrebbe. Sarà l’emozione? Ora non è più una giustificazione. Anche il testo poi non è un granché, se pure lei non dà il meglio di sé (il suo potenziale è enorme) lasciandosi andare è la fine.
Francesco Gabbani con Viva la vita, voto 5: niente di nuovo per Gabbani, lo abbiamo già detto ma lo ribadiamo perché il cantante porta sul palco una canzone un po’ ‘facile’ e basic, che non aggiunge nulla al suo repertorio: resta nella sua zona di comfort ed è proprio questo il problema, perché fa il suo – sulla voce che gli puoi dire? Canta pure senza autotune! – ma non c’è nulla di innovativo né nel testo, né nella performance nel suo complesso. Tutto molto scontato. L’unica cosa che funziona è il suo immancabile carisma, ma è abbastanza? Per noi no.
Rose Villain ‘dimenticabile’, voto 4: la presenza c’è tutta, grazie a una gestualità e una padronanza del corpo non da tutti, balla mettendo in mostra le sue forme, però che altro? Il suo canto è debole: nel complesso sembra proprio trattenersi sul palco e infatti la voce risulta piattissima.
Tony Effe non arriva al pubblico, voto 4: tra le canzoni presentate a Sanremo, la sua è una di quelle che ascolti due o tre volte ma dimentichi in fretta di averla già sentita, nonostante un testo un po’ folle che affascina. È proprio Tony Effe che non lascia il segno, e il dialetto romano non c’entra nulla. Almeno lui scandisce bene le parole, ma il problema è che a noi non trasmette nulla: oggi sembrava a dir poco svogliato.
The Kolors con Tu con chi fai l’amore, voto 4: sembra il prosieguo di Un ragazzo incontra una ragazza e non è un complimento perché pure quest’ultimo pezzo non è che brillasse per contenuto e parole. La grinta sul palco c’è ed è tantissima, ma la canzone manca di sostanza e originalità. Che peccato. Una bella scelta però è stata portare sul palco anche Fru!
Alessia Marcuzzi esagerata, voto 4: nei panni di co-conduttrice di Sanremo la showgirl non ha lasciato un bel segno. Per noi, ha esagerato un po’ troppo con questo bisogno di contatto fisico, andando su e giù per il teatro come fosse in astinenza d’affetto, con i riferimenti alla bellezza del proprio corpo e con comportamenti un po’ sciocchi e stravaganti, forse voluti ma che nel complesso non restituiscono al pubblico una buona immagine della conduttrice di Boomerissima. Peccato, in altre occasioni ha dimostrato di essere capace di far ridere senza andare completamente nel pallone. Sembrava davvero non sapere cosa dire.