Sanremo 2024, top e flop prima serata: Bertè è una bomba, Mengoni incanta, i siparietti non funzionano
Al festival tante esibizioni meravigliose, ma anche tante delusioni, a partire dai siparietti con Fiorello e gli altri ospiti: i momenti peggiori e migliori
Durante la prima serata del Festival di Sanremo 2024, in onda martedì 6 febbraio su Rai1 e condotta da Amadeus, assistiamo a un mix abbastanza equilibrato tra performance deludenti e convincenti: Angelina Mango con La noia e Loredana Bertè con Pazza sono tra le migliori artiste di questa sera. Anche i Ricchi e Poveri sorprendono presentando un pezzo innovativo, vivace e molto godibile (sta già facendo grandi ascolti). Il duo è seguito da Mahmood e dal ritmo tribale che caratterizza il suo brano, decisamente diverso dai precedenti ma di grande impatto. Non mancano infine siparietti imbarazzanti e momenti commoventi, ma vediamo insieme i top e i flop della prima serata della kermesse musicale più seguita d’Italia (e non solo).
Top
Il primo top lo diamo a Marco Mengoni, accolto dal pubblico con applausi e urla: "Bravo, Bravo". Visibilmente emozionato sul palco – impossibile non notare le mani che tremano – ma molto elegante e preciso durante la sua presentazione di Amadeus a inizio serata. Insomma, è perfettamente in parte nel ruolo di co-conduttore e non sbaglia un colpo, nemmeno quando ripropone Due vite coinvolgendo tutto il pubblico. È standing ovation (in tutti i sensi), a parte un piccolo intoppo quando presenta Mahmood.
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Entra nel canale WhatsAppIl secondo top lo diamo a due artisti per la prima volta in gara: il primo è per Clara, tra i protagonisti della serie TV Mare Fuori, la quale, seppur inizia la performance con un’ansia che emerge sin da subito, poi si scioglie e dà piena vita al suo testo, talmente orecchiabile che probabilmente lo sentiremo passare in radio per molto tempo; l’altro è per Ghali, uno dei più bravi della serata che porta un pezzo fresco, con tanto di "alieno" a seguito, il cui arrangiamento è molto stimolante. Non solo il sound, sorprende anche per il look e la forte presenza scenica.
Il terzo top lo diamo a Fiorella Mannoia, la quale indossa sul palco un vestito da sposa molto fine per interpretare una ballata che rimanda al passato, con accordi che di innovativo hanno ben poco, ma che è anche ipnotica, nonostante il testo un po’ ruffiano. Non solo, in quanto all’Ariston si presenta scalza mentre canta "per sempre sarò libera e orgogliosa canto", un chiaro messaggio che non passa inosservato e che permette ai suoi fan di accumulare punti per il FantaSanremo, come quando scende le scale e regala un fiore al Maestro d’orchestra.
Il quarto top lo diamo a due momenti tanto commoventi quanto importanti: il primo è il ricordo di Giovanbattista Cutolo, venuto a mancare lo scorso agosto e insignito della medaglia d’oro al valore civile. A ricordarlo al festival della canzone italiana la madre Daniela di Maggio con un toccante messaggio che arriva dritto al cuore; il secondo è l’omaggio a Toto Cutugno: l’orchestra dell’Ariston accompagna la voce originale del celebre cantante dando vita a una magia tale che i pezzi di tutti gli artisti entrati in scena prima di questo omaggio scompaiono di fronte alla grandezza del cantautore.
Il quinto top lo diamo a un trio di artisti che sa il fatto suo: Loredana Bertè, la cui interpretazione è esplosiva e il ritmo del brano perfetto come hit dell’estate; Angelina Mango che porta sul palco un brano particolare e difficile da eseguire, confermando così il suo innato talento; e Diodato, tra i migliori della serata, anche se il brano è meno impattante rispetto all’indimenticabile Fai rumore. Il sesto top lo diamo invece a Emma, capace di far ballare tutti con la sua Apnea. Caratterizzata da un ritmo coinvolgente, mette in risalto il cambio di registro dell’artista. Il settimo invece è per Dargen D’Amico, la cui Onda Alta è una vera e propria bomba che ci farà scatenare almeno fino al prossimo Festival di Sanremo. Tra l’altro il giudice di X Factor, esponendosi con coraggio, lancia un messaggio importante (per fermare la guerra in Medio Oriente) a fine esibizione: "La storia non accetta la scena muta, cessate il fuoco". E poi con quegli orsetti di peluche attaccati al vestito è quasi impossibile non volergli bene.
Flop
Il primo flop lo diamo ai siparietti della serata a partite da quello tra Amadeus e l’Orchestra di Sanremo a inizio spettacolo, conclusosi con l’ospitata superflua e noiosa del calciatore Zatlan Ibrahimovic, il quale sul palco non riesce a essere disinvolto e propone battute simili a quelle del 2020. Per non parlare poi dell’imbarazzante siparietto tra Marco Mengoni e Amadeus, dove il primo si presenta con una serie di accessori e ricorda gli eventi più strani accaduti al Festival di Sanremo, come le rose prese a calci da Blanco sul palco – il co-conduttore arriva con la "scopa di Gianni Morandi" – e Bugo che se ne va durante l’esibizione con Morgan. Oppure la scena del finto "bacio" tra il cantante e la moglie di Amadeus, Giovanna, e le incursioni di Fiorello (ma non doveva rimanere lontano dal palco fino a sabato sera?)…
Il secondo flop lo diamo a un duo di cantanti: Sangiovanni indossa un abito bianco elegante ma troppo grande per lui in prima serata e canta in una maniera poco comprensibile e priva di guizzi; Irama con Tu no dà vita a un’esibizione certamente sentita dall’artista, ma interpretata in un modo così struggente che fa venire voglia di cambiare canale per quanto pesante.
Nonostante le aspettative fossero alte, non possiamo che dare il nostro terzo flop a due artiste che sul palco non si sono distinte, proponendo brani che presentano limiti: Annalisa e Alessandra Amoroso, la cui canzone non viene fuori al meglio al primo ascolto e risulta un po’ stancante a lungo andare (chissà, magari ci sorprenderà durante le prossime puntate). Per quanto riguarda la prima, a non convincere sono soprattutto il ritornello troppo debole e il brano simile a tanti altri.
Il quarto flop lo diamo a Geolier, molto bravo a muoversi sul palco, ma la scelta di portare in scena un brano cantato in napoletano stretto lo penalizza, perché la forza della canzone va a perdersi. Da elogiare però è il fatto di essere rimasto ancorato al suo stile. Il quinto è per i The Kolors perché in sostanza copiano sé stessi. Nulla di nuovo, anche se il sound trascina. Ma dov’è la novità?