La dura vita dei comici a Sanremo: le performance più criticate

Per la seconda serata del Festival è atteso l'intervento di Angelo Duro: un compito non facile, viste le polemiche che spesso coinvolgono i comici all'Ariston.

La seconda serata del Festival di Sanremo 2023 è ai nastri di partenza, e tra gli ospiti più attesi di questo nuovo appuntamento c’è Angelo Duro: forte del successo ottenuto sul web, è oggi uno dei comici italiani più apprezzati, ed è probabile che porti sul palco dell’Ariston un monologo. Un terreno rischioso, questo: sono ormai ben note le polemiche che, puntualmente, travolgono ogni comico che osi salire su quel palco, qualunque cosa dica. In attesa di scoprire cosa avrà da dire Duro, ripercorriamo le performance più criticate della storia del Festival.

Checco Zalone, Sanremo 2022

L’ultimo in ordine di tempo, che certamente tutti ricordiamo, è Checco Zalone. Ospite del Festival del 2022, il comico ha portato in scena un pezzo in cui prendeva in giro omofobi, razzisti, trasfobici e chi più ne ha più ne metta. Non l’avesse mai fatto: il pubblico si è letteralmente diviso in due, tra chi lo riteneva (e lo ritiene tutt’ora) un genio della comicità e chi lo ha accusato di aver portato all’Ariston delle gag piene di clichè, stereotipi e discriminazione.

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Alessandro Siani, Sanremo 2015

Annunciato come ospite anche per il 2023, Alessandro Siani deve prestare molta attenzione alle battute che ha intenzione di portare all’Ariston. C’è infatti un precedente, risalente al 2015: il comico napoletano è stato travolto dalle critiche per uno scivolone piuttosto grave. Il bersaglio di una delle sue battute era un bambino in sovrappeso, seduto in prima fila: "Ce la fai a entrare nella poltrona? Pensavo fosse una comitiva invece sta da solo".

Maurizio Crozza, Sanremo 2013

Su una cosa gli italiani sono tutti d’accordo: lasciare la politica fuori dal Festival di Sanremo. A non condividere questa "regola" è Maurizio Crozza, che ha fatto della satira politica il punto focale della sua carriera. Così, durante l’edizione 2013 del Festival, ha portato sul palco un monologo che prendeva di mira Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani e innumerevoli altri esponenti della politica italiana. Il pubblico dell’Ariston ha immediatamente iniziato a fischiare e protestare, al giro di "No politica a Sanremo". Tanto da costringere Fabio Fazio, conduttore di quell’edizione, ad intervenire.

Beppe Grillo, Sanremo 1989

Quando era ancora soltanto un comico, Beppe Grillo è stato protagonista di uno dei momenti più turbolenti del Festival di Sanremo. Nel 1989 è salito sul palco rivelando in diretta nazionale il suo compenso per la serata – ben 350 milioni di lire – ma anche le penali previste dal suo contratto nel caso avesse pronunciato la frase "I socialisti rubano". Da qui, l’inizio del suo celebre monologo, durante il quale si è scagliato contro la Rai, i politici e addirittura i cantanti in gara.

Roberto Benigni

Prima dell’acclamato monologo con cui ha aperto Sanremo 2023, Roberto Benigni è salito molte volte sul palco dell’Ariston, scatenando spesso critiche e polemiche. Come dimenticare quando, nel 1980, ha ricevuto una denuncia per offesa alla religione di Stato per aver chiamato Papa Giovanni Paolo II "Wojtilaccio"; o quando, nel 2002, ha portato in scena una versione politicizzata del Giudizio Universale, coinvolgendo tutti i massimi esponenti della politica nelle sue battute. O ancora di quella volta in cui, nel 2011, è entrato all’Ariston a cavallo, lanciando frecciatine a Silvio Berlusconi, il cui governo era in profonda crisi.

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