Remo Girone, retroscena choc su tumore e depressione: “A La Piovra volevano sostituirmi. Mi ha salvato mia moglie”

Il protagonista della serie cult ha rilasciato un'intervista dal sapore personale. Tra carriera, lotta contro il cancro e un'intuizione vincente della compagna.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Remo Girone
Fonte: Mediaset Infinity

È un Remo Girone inedito, quello che emerge dall’ultima intervista del Corriere. Fragile, sensibile, disposto a parlare di sé. Il protagonista della fiction cult La Piovra, dove vestiva i panni indimenticabili di Tano Cariddi, ha stupito i suoi fan con una conversazione intima e profonda. Che getta nuova luce su alcuni momenti critici della sua vita: dal tumore improvviso, durante le riprese de La Piovra, alla lunga depressione che ha significato psicanalisi e anche farmaci. Remo Girone si è raccontato a tutto tondo. Ecco qui di seguito tutto quello che ha rivelato.

Remo Girone, i retroscena su tumore e depressione

Remo Girone come non te l’aspetti. Tra lo sbottonato e il sensibile, e al limite del fragile, l’attore de La Piovra ha concesso al Corriere una finestra sulla sua vita privata. Il primo punto toccato è uno dei più critici, cioè quello della lotta contro il cancro. Quando era nel bel mezzo delle riprese della nona stagione, a Remo fu diagnosticato un tumore maligno. La carriera era a rischio, così come la sua salute. "Lavorare e combattere con la malattia non è stato facile", dice Girone, "dopo essermi operato, dovevo fare della chemioterapia e i produttori della fiction volevano interrompere il contratto, sostituendomi con un altro personaggio simile".

Ma Remo ha trovato una scappatoia. Anzi, è stata sua moglie Victoria Zinny ad avere l’intuizione giusta per salvargli la carriera. "Andai a reclamare, accompagnato dal mio avvocato, ma poi fu mia moglie a sfornare una brillante idea. Siccome stavamo girando la nona serie, propose al regista di farmela chiudere in anticipo con una bellissima scena e di riprendermi nel cast per la decima serie, dopo aver terminato le mie cure". Ed è andata proprio così: il tumore è guarito, Tano Cariddi è ritornato in scena.

Tutto è bene quel che finisce bene, si potrebbe dire. Anche se in realtà la vita di Remo Girone gli ha riservato altri ostacoli, oltre al tumore. Ad esempio, un terribile periodo di depressione. "Ero stato scelto da Luca Ronconi per fare un suo spettacolo", spiega Girone al Corriere. "Avevo già lavorato con lui, ma mi resi conto che non ero adatto al ruolo che mi proponeva, non ce la facevo e il regista mi sostituì. Mi crollò il mondo addosso, pensavo di aver sbagliato tutto nella mia vita. Per curarmi, ho fatto psicoanalisi per anni, mi sono imbottito di psicofarmaci, la depressione andava e veniva".

Finché una nuova opportunità lavorativa non lo ha liberato dal "male". Per Remo è arrivato un ruolo importante, in "La brace dei Biassoli", tratto da un romanzo autobiografico dello psichiatra Mario Tobino. E l’attore ha anche avuto modo di conversare con l’autore del libro. "Ho trascorso un pomeriggio intero con lui", conclude Girone, "parlammo a lungo e alla fine della sua analisi sentenziò: smettila di prendere psicofarmaci così pesanti, ti distruggono la personalità e non andare più dall’analista…puoi farcela da solo. E aveva ragione, così è stato".


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