Reazione a Catena e le connessioni difficili: il pubblico si spacca

Ogni sera Marco Liorni definisce Reazione a catena "Il gioco che libera la mente", ma l’amatissimo game show dell’estate di Rai 1 quest’anno fa parlare di sé anche per qualche polemiche. L’affezionato pubblico del programma, infatti, spesso e volentieri sposta la conversazione sui social, in particolar modo su Twitter, dove vengono commentate le puntate, le squadre, i concorrenti, le migliori intese e tanto altro. Non è la prima volta, però, che il popolo del web si spacca sulle dinamiche del programma, come accaduto nella serata di ieri. L’hashtag del game show condotto da Marco Liorni è infatti balzato nei trend Twitter: oltre ai tantissimi post di chi come ogni giorno provava a indovinare le risposte alle domande poste dal gioco, qualche utente si lamentava dell’esito dell’ultima catena. Andiamo con ordine e scopriamo cos’è successo.

Reazione a catena: la polemica

Nella puntata di ieri domenica 6 agosto 2023 di Reazione a catena il trio dei campioni in carica, i "Dai e Dai", si è presentato all’ultima catena con un montepremi stellare, pari a 172mila euro. Nel corso del gioco, tuttavia, sono stati costretti a dimezzare quasi l’intera cifra, terminando la catena con soli 2688 euro in palio. Come se non bastasse, nel gran finale, il trio ha optato per l’acquisto del secondo termine, dimezzando per l’ultima volta e scendendo a 1344 euro. Scelta azzeccata (i concorrenti hanno infatti azzeccato l’ultima parola, "commesso", aggiudicandosi i 1344 euro) ma un percorso a dir poco tortuoso, forse troppo secondo qualche spettatore di Reazione a catena.

L’ultima catena (composta rispettivamente da: orma – impronta – lasciare – filare – vite – stella – buona – bocca – mettere – naso – sotto – banco) è stata infatti giudicata troppo difficile da diversi utenti che, in particolare su Twitter, hanno espresso il proprio disappunto con l’hashtag di Reazione a catena, facendo balzare il game show di Rai 1 tra i trend del 6 agosto. La protesta dei telespettatori prendeva di mira l’eccessiva ambiguità di certe connessioni, secondo alcuni un po’ troppo difficili o contorte, anche se – va detto – le soluzioni sono comunque apparse attendibili per la maggior parte del pubblico.