Rai Sport, Alessandra De Stefano attacca Ferrari e Varriale: "C'era disagio"

L'ex direttrice, ora al lavoro a Parigi, confessa di aver lasciato per l'impossibilità di cambiare la Rai. Troppi colleghi che si sentono fondamentali e un caso spinoso

È "fuggita" a Parigi, "un posto che amo e conosco, sarà la mia ripartenza". Ma Alessandra De Stefano non sembra ancora aver smaltito la rabbia che l’ha portata a lasciare la direzione di Rai Sport dopo un anno e mezzo e prima della scadenza del mandato. Sarà che la capitale francese è già intensamente al lavoro per prepararsi alle Olimpiadi del 2024 e a chi magari pensava di poterle seguire dalla tolda di comando della redazione sportiva della TV pubblica, deve sembrare una beffa.

Peggio, però, è fare il bilancio della sue esperienza in Rai Sport, come rivela in un’intervista per Repubblica, dove ammette di aver lasciato per "la difficoltà ad accettare che qualcosa non si possa cambiare. In Rai se provi a fare una scelta diversa diventi subito un nemico. […] Sono stata scelta per cambiare, quando mi sono accorta che dovevo cambiare io e questo mi causava sofferenza anche fisica, ho preferito deviare ed evitare il burrone". Ma sulla Rai puntualizza, facendo anche riferimento al fatto di essere donna: "Se credi in qualcuno devi metterlo in condizione di lavorare, a prescindere dal genere".

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E queste condizioni non si sono realizzate, anche a causa dell’atteggiamento di alcuni colleghi: "Il problema è che ci sono colleghi che ancora ti dicono: ho fatto uno share. No, non hai fatto tu l’ascolto, ma l’evento cui hai partecipato. E se provi a cambiare un volto c’è chi si sente esiliato, tutti si avvertono fondamentali, la parola ricambio non esiste". Parole che fanno venire in mente una voce molto critica dello sport televisivo nazionale, quello di Paola Ferrari.

Diretto, al contrario, l’attacco a Enrico Varriale, che la De Stefano avrebbe dovuto reintegrare: "Anche quello ha contato (nella scelta di dimettersi, ndr). Da donna non me la sentivo. Preciso: c’è un processo in corso per stalking e lesioni personali, una presunzione di innocenza per le accuse e una signora finita in ospedale. Varriale è stato sospeso, ma non da stipendio e benefit. Lui voleva tornare a condurre e si è rivolto a un giudice del Lavoro, è una questione delicata. Io, per la mia posizione, avrei dovuto rispondere del danno erariale. Sarei diventata il direttore donna che lo rimetteva in video, in attesa della sentenza del tribunale. Non era solo una mia sensazione personale, c’era disagio anche in azienda e tra chi avrebbe dovuto lavorare con lui".

Nell’intervista De Stefano evidenzia problemi con il mondo dello sport, sempre più chiuso, con i sindacati, che le avrebbero fatto la guerra, e con il mondo del calcio, resistente a ogni forma di innovazione. Ma qualche osservazione l’ex direttrice la riserva anche alla TV di Stato – "Abbiamo un problema di formazione, mancano anche i maestri" – e ammette che la Rai "non apre più le porte come una volta". Alla fine, però, affiora l’amarezza: "Sarei un’aliena se non confessassi il dispiacere".

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