Rai nel “pallone”: Sabrina Giannini a rischio stop (con "sponda" ad Amadeus). Ora l'esodo è realtà
La conduttrice si è scagliata contro i vertici di Viale Mazzini. Silenzio inspiegabile sul suo programma "Indovina chi viene a cena". Mancano fondi adeguati. I dettagli.
È ormai impossibile, stare al passo coi terremoti Rai. Appena si annuncia un addio, ecco dietro l’angolo l’ennesima catastrofe. Questa volta tocca a Sabrina Giannini, che in uno sfogo di fuoco si scaglia contro i vertici di Viale Mazzini per l’impossibilità di mandare avanti il suo "Indovina chi viene a cena". La Rai, dice Giannini, fa muro contro ogni suo tentativo di proseguire il lavoro di inchiesta in ambito sostenibilità ambientale, che il suo show (nato nel 2016) con tanta cura vuole portare avanti. Nonostante gli ottimi riscontri, infatti, delle prime sei puntate del 2024, "Indovina chi viene a cena" si è arenato sui silenzi della rete pubblica. Il futuro è incerto. E Giannini fa una sponda clamorosa anche ad Amadeus, rivelando un dettaglio sul suo addio. Ecco qui sotto tutti i dettagli.
Rai, la protesta di Sabrina Giannini
Ormai la Rai gioca a cacciarli, a quanto pare. L’ennesimo conduttore in (probabile) partenza, ora è Sabrina Giannini, che con le sue inchieste ambientali e sostenibili pareva essersi guadagnata la stima dell’azienda. Invece "Indovina chi viene a cena", in onda su Rai 3, dopo le prime sei puntate dell’anno potrebbe già aver chiuso i battenti. Giannini però non ci sta, e leva un grido di protesta (misto a profondo rammarico) che già fa parecchio rumore tra i corridoi dell’azienda.
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Entra nel canale WhatsApp"Temo che il programma non riprenderà", lamenta la giornalista, "ho chiesto rassicurazioni ma ho trovato un muro di gomma. Al momento siamo fermi, non possiamo lavorare". Prima sono arrivate le pressioni interne, forti, da quando in Rai hanno preso il sopravvento i "meloniani". Addirittura, poi, ci sono stati interventi pubblici in Parlamento, oltre alle classiche chiamate sottobanco. Finché il coperchio, anche per Giannini e il suo programma, non è saltato del tutto. "Mi domando se l’obiettivo sia quello di farmi stancare", dice lei, "di portarmi all’esasperazione come hanno fatto con Fazio e Amadeus…Creando le condizioni per rendere il mio lavoro più difficile. È una strategia? Con qualcuno ha funzionato".
Una sponda (clamorosa) ad Amadeus
Dunque si scopre (ufficialmente, ma era chiaro) che Amadeus se n’è andato perché portato all’esasperazioni dai vertici. Stesso discorso per Fazio. Uguale, probabilmente, anche per Bianca Berlinguer e adesso per la quasi-uscente Giannini. L’esodo diventa insomma un salasso inarrestabile, però voluto, anzi cercato in tutti i modi dalla neo-battezzata TeleMeloni. Ma la denuncia furiosa di Sabrina Giannini non si limita a chiamare in causa i colleghi. Va oltre.
"Avevo chiesto garanzie già a febbraio", spiega la conduttrice in dettaglio, a proposito dello stop dopo la sesta puntata del suo programma. Lo share di "Indovina chi viene a cena" era stato mediamente ottimo, sopra il 5%, con punte anche del 6%. Eppure non è servito a nulla. "Non ho avuto indicazioni precise", prosegue appunto la Giannini, "salvo un generico ‘non preoccuparti’…Sta di fatto che ora siamo fermi, e non abbiamo istruzioni sul nostro futuro. La mia paura è che non mi facciano riprendere in autunno, quando avremo altre quattro puntate, o che vogliano portarmi allo sfinimento e costringermi a cambiare azienda. Ipotesi che, al momento, non voglio considerare".
E ancora: "La mia squadra è ridotta all’osso, tanto che oltre a preparare e condurre il programma, sono anche inviata. Ho a disposizione due inviate, ma una è a partita Iva, più altre due persone, sempre a partita Iva, che però devono dividersi su altri programmi. Operiamo in un contesto di grande incertezza con un budget risicato". Ogni puntata dello show di Sabrina Giannini costa 115mila euro alla Rai, di cui 40mila euro di costi fissi. Sembra tanto, ma è "meno della metà di Avanti Popolo, che è stato chiuso per gli scarsi risultati". Qui però i risultati erano eccellenti. Allora , come e chi lo spiegherà, questo silenzio punitivo della Rai?