Rai nella bufera, l’affondo dell’ ad Sergio su Serena Bortone: “Andava licenziata”

Le durissime parole dell’amministratore delegato della tv di stato che torna sul caso Scurati e rimanda al mittente le accuse su Telemeloni

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

"Doveva essere licenziata", non si placa la bufera in Rai. A tornare sulla tempesta che più ha scosso viale Mazzini negli ultimi tempi è l’a.d. Roberto Sergio che, ospite della Festa dell’Innovazione organizzata da Il Foglio, senza giri di parole si esprime sul Caso Bortone-Scurati con parole durissime nei confronti della conduttrice "ribelle".

Per chi fosse vissuto su Marte negli ultimi due mesi, facciamo un recap di ciò che è successo. In occasione del 25 aprile, Festa delle Liberazione, Serena Bortone aveva invitato nella sua trasmissione in onda su Rai Tre lo scrittore Antonio Scurati, che avrebbe dovuto leggere un monologo in tema. A poche ore dalla trasmissione l’ospitata è stata annullata dalla Rai e la conduttrice ha reso il tutto noto tramite i suoi canali social, sottolineando anche di non essere riuscita a ricevere spiegazioni dell’azienda. La sera del 25 aprile, a leggere il monologo di Scurati, è stato lei stessa, sottolineando che le era stato concesso dallo scrittore a titolo gratuito, poiché era stato risposto dalla Rai che con lo scrittore non si fosse raggiunto un accordo economico.

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A seguito di questa bufera, l’azienda ha emanato nei confronti della conduttrice di Che sarà un provvedimento disciplinare e si prospetta un ridimensionamento della sua presenza in video nei prossimi palinsesti in via di definizione.

Ora l’amministratore delegato Roberto Sergio torna sulla questione affondando contro la conduttrice un colpo secco. "Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto, e invece non è stata punita"ha detto Sergio, "In nessuna azienda sarebbe consentito fare un post contro l’azienda per cui lavora. Adesso l’11 giugno avrà modo di chiarire e prenderemo una decisione". Sulle accuse di censura, l’amministratore delegato invece ha risposto:"C’è stato un grande ribaltamento della realtà sulla vicenda", spiega Sergio che, ricostruendo quelle ore a ridosso del 25 aprile sostiene anche di aver mandato un messaggio "alla Bortone per chiederle di mandare in onda il discorso Scurati, che non è venuto perché non è stato pagato".

Su quest’ultima affermazione è arrivata immediatamente risposta dello scrittore che ha smentito, per l’ennesima volta, che il suo monologo sia saltato per questioni di soldi: "Smentisco categoricamente l’affermazione dell’ ad della Rai secondo la quale io non avrei partecipato al programma di Serena Bortone perché ‘non venivo pagato’. "È semplicemente falsa. È l’ennesima affermazione denigratoria nei miei confronti. A me nessuno ha mai proposto di partecipare gratuitamente. Lo sfido a fornire prova del contrario". "Ribadisco che il programma di Rai3 Chesarà mi ha commissionato con un mese circa di anticipo un monologo assicurandomi che avevo piena libertà su forma e contenuti. L’accordo economico, perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi avevano preceduto, era già chiuso da diversi giorni".

Sul ridimensionamento prospettato per la conduttrice "ribelle" nella prossima stagione, Sergio ha glissato: "In questo momento nessuno di noi conosce i palinsesti, che verranno presentati venerdì prossimo", mentre sul fatto che la Rai si sia trasformata in Telemeloni, per l’invadenza della politica sulle scelte editoriali, ha risposto: "Più che altro dovrebbero chiamarci Teleopposizioni. Mi hanno girato un report dell’Osservatorio di Pavia. Mai come nella mia gestione c’è stato spazio per le opposizioni, mentre si è ridotto il tempo per la presidente del Consiglio". Quanto di questo tempo sia stato speso in un costruttivo contraddittorio e non in un soliloquio non è però dato sapere.


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