Quarta Repubblica, Nicola Porro (furioso) sbrocca in diretta: “Lo capisce pure un bambino!”, ma il web lo stronca

Il conduttore si infervora sull’indagine a carico dell’ex presidente della regione Liguria

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

"Scusa Giovanni, non è che tutto sanno tutto, mi dici a quando risale la cosa che ti stanno contestando?" "Prima settimana di dicembre 2021", risponde Giovanni Toti e Nicola Porro non si regge più: "Ecco appunto, sono tre anni! Tre anni! Ma come è possibile? Lo capisce pure un bambino, lo capisco solo io?!"

Quarta Repubblica, puntata 3 settembre 2024: cosa è successo

Ciò che infervora il conduttore nella puntata di lunedì 2 settembre 2024 di Quarta Repubblica è un dettaglio che emerge durante il dibattito sul caso Toti, con l’ex presidente della Regione Liguria presente in studio. Un’ospitata che inizia con tutta comodità per il politico che viene accolto con un’intervista piuttosto confortevole. Porro dà del tu al suo intervistato, e già questo dà l’idea di che intervista distesa ha davanti il pubblico, ma era prevedibile questo tono, visto che Quarta Repubblica e il suo conduttori si sono subito schierati in difesa di Toti in particolare urlando allo scandalo al momento del suo arresto. Più che un’intervista, sembra un monologo che si conclude con Toti che si chiede: "Vorrei capire qual è l’atto per cui io dovrei essere condannato?" Poi annuncia i progetti per il futuro: scriverà per il giornale di cui Porro fa il vicedirettore e "Poi tornerò da te a presentare un libro", insomma, un’atmosfera e un tono non proprio consueto per un’intervista. "Stasera abbiamo Toti nei panni di Alice nel paese delle meraviglie… " intanto commenta qualcuno su X. "Se ascolti #QuartaRepubblica con #Porro e #Toti, l’Italia sembra un gigantesco Soviet con i giudici al governo… Ma almeno loro 2 ci credono?" commenta un altro utente che segue la trasmissione in tempo reale su X,

Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp

Entra nel canale WhatsApp

Quarta Repubblica: scontro in studio dopo l’intervista a Giovanni Toti

Certo è che, se l’intervista appare agevole per l’intervistato, quando entrano in studio Alessandro Sallusti e Ilaria Proietti del Fatto Quotidiano si apre un dibattito più serrato, con la giornalista che cerca di sottolineare il comportamento poco trasparente imputato al presidente della regione Liguria e contesta ciò che fa infuriare Porro, i tempi dell’inchiesta, che ha portato anche all’arresto di Toti. Secondo Porro e Sallusti, tre anni di inchiesta, con relative intercettazioni e controlli dei movimenti dell’indagato, possono essere considerati una specie di operazione di spionaggio. Per questo il conduttore fa scandire di nuovo a Toti i tempi degli eventi, troppo dilatati, per poi sbottare nell’esclamazione: "Lo capisce pure un bambino!"

Subito dopo si passa a parlare della notizia data dal giornale di Porro e in particolare dal suo direttore Sallusti, di una presunta imminente inchiesta a carico di Arianna Meloni. Di cui non si ha nessuna traccia concreta, per ora. Giuseppe Santalucia dell’ ANM sottolinea che parlare di un complotto di un pezzo di magistratura contro il governo vuol dire parlare di un atto eversivo. Sallusti ricorda che ha scritto un libro con Palamara in cui ha raccontato più di un complotto. Il presidente dell’Anm gli contesta anche la fumosità della presunta notizia del complotto contro Arianna Meloni, e Sallusti si trincera dietro il diritto di proteggere le fonti. La discussione va avanti, ma ovviamente non si trova alcun punto di incontro.

Bayesan: un naufragio inspiegabile

Si passa poi a parlare del naufragio del Bayesan, "una storia pazzesca" la definisce Nicola Porro. 7 morti, 15 sopravvissuti, "non sono morte persone qualsiasi e non sono persone estranee alle cronache giudiziario né dal mondo dello spionaggio, perché il padrone della barca aveva un’azienda di cyber sicurezza che aveva a che fare con i servizi segreti di Uk e Usa e sulla barca sono morti anche il suo avvocato e il suo banchiere, e pochi giorni prima era morto il socio. E quella era una barca che non poteva affondare", ricapitola il conduttore. Insomma, ci sono tutti gli elementi per parlare, oltre che di una tragedia, di un incredibile giallo. Dopo un video di ricostruzione della storia dall’inviata a Palermo si rientra in studio con vari ospiti e si parte dal fatto che quel giorno era stata diramata un’allerta meteo, e un capitano di lungo corso conferma che: "Bisogna stare attenti, col mare non si scherza. E’ un primo allarme da tenere sott’occhio per poi avvisare il personale". Poi, dopo aver compreso che la tempesta era prevedibile, si parla con un ingegnere navale per capire come sia stato possibile che una barca considerata inaffondabile sia naufragata in pochi minuti. L’ingegnere definisce l’affondamento "Inspiegabile, quando ho sentito che erano anche morte delle persone stentavo a crederci". Segue un analisi tecnica veramente molto interessante e chiara che lascia aperti tanti interrogativi.

Nell’interessante segmento di trasmissione si sottolineano molte altre stranezza, per esempio che nessuno dei sopravvissuti aveva un giubbotto di salvataggio addosso, la prima cosa che si fa in caso di difficoltà, o che nessuno ha pensato a fare la manovra più raccomandata in quella situazione e tanto altro. Le domande su questo strano naufragio che rimangono senza risposta sono quindi veramente tante ancora. E approfondendo poi le storie personali delle vittime si arriva anche alla suggestione della spy story dietro la tragedia di 7 vite spezzate.


Potrebbe interessarti anche