Quarta Repubblica: Porro "politicamente scorretto", Cicalone "Batman mancato". Cosa è successo

Durante la puntata dell'8 luglio si è parlato di tanti argomenti attuali: dalla situazione politica in Francia e Italia, di Giovanni Toti e del "giustiziere"

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella nuova puntata di Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro su Rete 4 lunedì 8 luglio, vengono trattati diversi argomenti, a partire dalla situazione politica in Francia e in Italia, passando per il caso del Presidente di regione Giovanni Toti, fino a terminare con Simone Cicalone, il "giustiziere dei borseggiatori". Scopriamo insieme cosa è accaduto nel corso della diretta dell’8 luglio 2024.

Quarta Repubblica, puntata 8 luglio 2024: cosa è successo

La puntata di Quarta Repubblica si apre con un dibattito sulla situazione in Francia, dove la sinistra è al potere. Non mancano gli attacchi di giovanissimi contro la polizia francese, con tanto di petardi piuttosto grandi lanciati per strada. Nicola Porro, presentando il tema in studio, dichiara: "Siamo passati a un estremismo di sinistra che sembra non esistere, anzi diventa uno stimolo per l’unità della sinistra italiana". È su questo argomento che prende il via un dibattito alquanto pacato, dove ogni ospite dice la sua senza troppi problemi. Per quanto riguarda il nuovo governo francese, Maurizio Belpietro (La Verità) sostiene: "Hanno raccontato agli elettori ‘ci mettiamo tutti insieme per evitare che vinca la destra’, ma non hanno detto nulla sul programma. Hanno vinto, ma i programmi sono diversi. Chi ci sarà al governo? L’indecisione su quello che sarà il futuro governo ci fa pensare che sia già nel baratro".

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Alessandro Sallusti commenta il fatto che la sinistra italiana ha esultato per la vittoria in Francia: "La sinistra italiana è specializzata a festeggiare le vittorie altrui, è dal 2006 che non vince un’elezione politica in maniera chiara. Il modello della sinistra si sposta in base a dove tira il vento al di fuori dell’Italia, e questo fa sì che non si capisca cosa sia la sinistra italiana. Queste elezioni le ha vinte Macron, con una sinistra radicale così importante se non hai un saldo ancoraggio al centro la sinistra non va da nessuna parte, è destinata a rappresentare e gestire le dure scene che abbiamo visto. La maggior parte degli elettori di Melenchon in Francia sono immigrati di prima, seconda e terza generazione, sta diventando il partito degli immigrati islamici, e all’Italia interessa poco". Marco Revelli, politologo, dichiara che quanto accaduto in Francia è stato "un miracolo", perché i francesi in pochissimo tempo hanno "rovesciato la situazione": "Non vogliono una destra fascistoide e l’hanno fermata. Noi non siamo in grado di fare altrettanto". L’affermazione viene smentita da Sallusti, il quale ricorda cosa è accaduto al governo due anni fa proprio nel BelPaese.

Stefano Cappellini (La Repubblica) prende la parola: "I francesi sono convinti che il partito di Marine Le Pen non abbia le credenziali repubblicane, anche perché è da anni finanziato dalla Russia. Melenchon ha molti voti islamici, è vero, ma in realtà si tratta di immigrati, e questi ultimi, che sono a tutti gli effetti francesi essendo un Paese multietnico, hanno votato in massa per sbarrare la strada a quel partito". Poi Cappellini risponde alle parole di Belpietro: "Non c’è stato un inganno agli elettori, non è che gli altri partiti hanno detto ‘ci mettiamo insieme e poi il programma lo decidiamo dopo’. Si sono solo accordati perché in quella scheda ci fosse solo il nome del candidato che poteva battere l’altro. Non hanno mai millantato di mettersi insieme per governare".

Non manca poi un approfondimento sul programma radicale di Ilaria Salis, la quale ha parlato di "egemonia del realismo capitalista". "La sinistra vuole tornare a governare per fare cosa? Abbiamo visto una sinistra che non ha un programma unito. Per cercare di fermare un centrodestra che magari discute ma ha una visione complessiva della società non vieni a parlare di reazione contro il capitalismo o del fatto che il governo della destra risponde solo con l’ordine pubblico. E come dovrebbe rispondere? Come in Francia, lasciando scatenare questi gruppi di teppisti? L’idea che a sinistra si pensi di mettere insieme una coalizione per vincere le prossime elezioni davvero mi allarma e dovrebbe allarmare tutti quelli che pensano che il Paese debba consentire la democrazia tra destra e sinistra", commenta Maurizio Belpietro. Marco Revelli interviene: "Continuo ad avere l’impressione che abbiate pochi argomenti per consolarvi in questo momento". L’uomo viene subito interrotto dalla risata del giornalista Fausto Biloslavo, che dichiara: "Ma io non devo consolarmi di niente, mica voto in Francia. Stiamo solo facendo un’analisi". Il professore non la prende bene e, ironico, dice: "Molto educato, apprezzo la sua educazione…".

Il dibattito su Giovanni Toti provoca liti in diretta

Si passa al caso di Giovanni Toti, ai domiciliari da 62 giorni. Per la Procura "non ci sono garanzie sufficienti se venisse liberato", perché potrebbe ancora inquinare le prove e reiterare il reato, mentre per la difesa si tratta di "accanimento". L’avvocato Stefano Savi sostiene che l’unica soluzione possibile per Toti potrebbe essere dare le dimissioni, anche se al momento non è un’opzione. Al centro del dibattito non c’è solo il Presidente della Regione Liguria, ma anche Aldo Spinelli, il presunto corruttore indagato e attualmente agli arresti domiciliari. Nicola Porro apre il dibattito dicendo: "Noi parliamo ogni settimana da questa storia perché è molto significativa, soprattutto in virtù di quello che succederà tra qualche anno, quando ci sarà un’assoluzione o una condanna. Una assoluzione potrebbe essere molto positiva per Toti e i suoi amici, ma negativa per quella che è stata la loro vita fino a quel momento. Uno potrebbe anche dire ‘che vuoi che sia non vedere il figlio per due mesi’. Beh, la violazione della sua libertà è mostruosa, soprattutto se poi si rivelerà essere innocente. Per quanto riguarda la volontà del popolo, che ha eletto Toti per la seconda volta come presidente di Regione, sarebbe anche quella una grandissima violenza". A scrivere ciò è stato Sabino Cassese, che nelle scorse ore ha reso noto il suo pensiero sugli arresti domiciliari: "Una misura cautelare non deve essere tale da gravare eccessivamente sui diritti che essa provvisoriamente comprime. Se eccede da tali limiti, è suscettibile di una valutazione di illegittimità costituzionale". Nicola Porro ricorda a questo punto che fino a prova contraria tutti gli indagati sono innocenti.

Poi, a prendere parola è Simonetta Matone: "Cassese dice che nel momento in cui tu vai ad applicare una misura come quella devi fare un lavoro di comparazione degli elementi in gioco. Secondo lui, nel provvedimento in realtà vengono valutate soltanto la gravità del fatto e la durata della misura. Gli altri fondamentali non vengono presi in considerazione nell’ordinanza di Genova, ma c’è di più, un aspetto surreale: siccome non ti posso applicare la sospensione dalle funzioni ti applico la misura cautelare perché sarebbe stata una grandissima gioia sospenderti dal servizio. Tutto questo è di una gravità inaudita. Un ragionamento su questo bilanciamento non c’è, ha ragione Cassese". Riccardo Ricciardi commenta: "Vorrei sapere dov’è il diritto del lavoratore onesto. Ogni qualvolta si becca un politico a fare loschi traffici si comincia a dire che è colpa della magistratura. Questa cosa l’ha sdoganata il ‘Maestro’, Berlusconi. Così facendo, si crea il complotto e l’accanimento. Ma in quale Paese un Presidente di una regione che viene beccato da un’intercettazione a sbloccare una proroga per avere in cambio dei finanziamenti per la sua campagna elettorale non si sarebbe dimesso? L’intercettazione è chiara". Nicola Porro lo blocca: "Sta parlando di una cosa che non è avvenuta!"

A questo punto Maurizio Lupi si rivolge a Ricciardi: "Ma il giorno in cui Toti sarà certamente assolto lei avrà il coraggio di venire qui a chiedere scusa? Le intercettazioni se decontestualizzate non dicono nulla… siamo davanti a finanziamenti leciti e previsti dalla legge. Se Toti avrà sbagliato sconterà la sua pena ma oggi è agli arresti e questo non può essere una condanna". Lupi, bloccato da Ricciardi, si inalbera: "Mi scusi, ma io l’ho interrotta?", e da qui in poi risulta sempre più difficile seguire il discorso perché i due ospiti si parlano addosso alzando la voce man mano che il dibattito prosegue. Poi a intervenire è Porro, il quale risponde direttamente a una domanda retorica di Ricciardi, ovvero "quando mai il nostro partito è stato finanziato?": "Io non avrei mai voluto rispondere, ma lo faccio. Il problema è che il suo partito è stato finanziato da Onorato". Si prosegue parlando della richiesta di archiviazione, e Porro s’infuria: "Sto solo rispondendo alla sua domanda, è difficile comprendere? E Beppe Grillo ha chiamato due ministri del Movimento 5 Stelle dicendo ‘sbloccate questo pagamento’". Ricciardi non ci sta, perché il conduttore insiste a voler parlare senza lasciargli margine per dibattere: "Però se lei mi invita, deve farmi anche rispondere". Alla fine inizia un lungo ed estenuante dibattito tra quest’ultimo e Lupi, dove entrambi si ritengono fortunati per il fatto che tra loro le differenze siano tante, mentre Nicola Porro blocca Lupi per permettere a Ricciardi di esporre il suo pensiero dicendogli "fermo!", e quest’ultimo sembra essere poco incline a lasciar parlare l’avversario: "Io non lo accetto", ma Lupi si scusa per averlo interrotto più di una volta e promette che dopo un’ultima domanda "mi taccio". Infine, l’esponente del Movimento 5 Stelle dichiara: "Siete arrivati a difendere Berlusconi. Noi viviamo in un Paese dove puoi partire dall’aeroporto Silvio Berlusconi, considerato un eroe ed era un mafioso, e atterrare all’aeroporto Falcone Borsellino, intitolato a due eroi che sono morti contro la Mafia".

Simone Cicalone tra accuse e difese

Inoltre, Nicola Porro presenta l’ospite in studio Simone Cicalone, denominato il "giustiziere dei borseggiatori", che si sposta di città in città insieme a un gruppo di amici, perlopiù pugili, per documentare, tramite filmati, ciò che avviene nella sua amata Roma e in tutte quelle città dove i borseggiatori sono sempre pronti a derubare qualcuno. L’uomo racconta la sua attività, dichiarando che grazie ai video sui borseggiatori si sostiene economicamente, ma si difende dalle accuse di violenza per aver usato la forza contro uno di questi individui: a detta sua, avrebbe solo cercato di bloccare questa persona per difendere la sua compagna di viaggio, colei che riprende le varie immagini da pubblicare poi su YouTube. Per il giornalista Andrea Ruggieri, "questo giovane deve essere premiato perché fa un’opera di giornalismo di strada pazzesco ed è molto meno aggressivo di tantissimi inviati di altre trasmissioni. Se io avessi un programma, chiederei subito a te e ai tuoi amici di fare gli inviati. Dopodiché si può discutere del video in cui si vede quel minimo di colluttazione, ma lui ha risposto a tutte le obiezioni. Si è ritrovato a difendere una ragazza accerchiata da persone apparentemente malintenzionate. Per quanto riguarda la CGIL, io pensavo che lo scopo dei sindacati fosse difendere i lavoratori e non i borseggiatori che li derubano". Secondo Lorenzo Pacini, "questo non è giornalismo. Non è previsto da nessun codice deontologico che un giornalista vada a fare il vigilante in metropolitana, in strada… Di certo la sicurezza delle persone in metropolitana non si affronta in questo modo, anzi si sono creati molti più problemi. Abbiamo visto una persona presa per il collo, la videomaker che ha rischiato di farsi molto male e una ragazza buttata su una colonna della metropolitana. E se cadeva sotto?". "E se non c’era lui andava meglio? Tutti derubati…", ribatte Ruggieri.

Lorenzo Pacini chiarisce meglio il suo pensiero al riguardo: "Nel video abbiamo visto quelli che tu chiami giornalisti intimidire delle persone, che possono essere i peggiori criminali, ma comunque non è il loro lavoro. I Batman mancati non è quello di cui abbiamo bisogno". Il direttore de L’Unità, Piero Sansonetti, sentendo Pacini parlare di reato, esclama: "Noi non abbiamo visto reati, solo pestaggi e insulti. Ho visto persone aggredite ma nessun furto evitato". Cicalone si difende: "Non c’è stato alcun pestaggio. Questa è mistificazione, ed Evelina non è una ragazzina, ha 24 anni. Quella persona ne stava picchiando una a me cara col suo gruppo. Io in questi casi, indipendentemente dal video o no, intervengo. Voi avete già sentenziato come foste la magistratura". Pacini si inalbera: "Noi non siamo magistrati e non giudichiamo ma tu non sei uno sbirro!", e poi Ruggieri critica la parola usata da quest’ultimo: "Se chiamate i poliziotti sbirri andiamo male…". "Era per contestualizzare, non mi venga a fare la morale", ribatte nervosamente Pacini. Sansonetti interviene e dice con ironia: "Ha ragione Ruggieri, va usato il politicamente corretto, e le desinenze! Metti anche l’asterisco, eh". A mettere la parola fine alla discussione è il conduttore stesso, che afferma: "In questo studio non si cambiano sbirri, è fuori di dubbio. Questo lo dico io perché non sono politicamente corretto".

Quando gli ospiti tirano in ballo Vittorio Brumotti, l’inviato di Striscia la Notizia, Nicola Porro sbrocca: "Non me lo toccate!" Poi inizia un dibattito acceso sulla pubblicazione dei video ripresi su YouTube, con Lorenzo Pacini che sostiene di intervenire se un’anziana viene derubata alle poste ma senza immortalare l’evento, e Ruggieri che spiega l’utilità della condivisione di questi filmati: "Va bene postare i video, così magari qualcuno la prossima volta mette un poliziotto là fuori". Per Hoara Borselli Cicalone invece fa "un servizio sociale", ma Sansonetti non ci sta: "Viola la legge per la società! È proibito anche filmare le persone. Ogni volta tirate fuori la questione della legalità e poi la legalità se ne va a quel paese". La Borselli ribatte a tono: "La violazione della legge è solo per chi fa il filmato o anche per chi mi mette la mano nella borsa? Non passa giorno in cui Cicalone non posti 5 o 6 video dove qualcuno viene ripreso con le mani dentro una borsa. Questo è inammissibile, c’è un diritto di difesa. Dove non arrivo io, perché sono una donna o un’anziana, ben venga Cicalone che mi aiuta". Infine, non manca il famoso spazio Un tavolo per due con Giuseppe Cruciani de La Zanzara.


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