Quarta Repubblica: Nicola Porro sbrocca (“Siamo f**tuti!), Ilaria D’Amico mette alle corde Vannacci

Polemiche, scontri e clamorose accuse: cosa è successo nella puntata di lunedì 17 giugno del talk show politico di Rete Quattro

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Nella puntata di lunedì 17 giugno di Quarta Repubblica ci si tuffa in parallelismi arditi, ci si chiarisce le idee su cosa sia una notizia, e si racconta il primo giorno al parlamento europeo di Vannacci, che viene clamorosamente accusato di parlare già da "democristiano" e molto altro. Scopriamo cosa è successo nell’ultima puntata del talk show guidato da Nicola Porro.

Quarta Repubblica, cosa è successo nella puntata di lunedì 17 giugno 2024

Si parte dalla vicenda di Ilaria Salis che, sotto processo in Ungheria, eletta al parlamento europeo, ha potuto festeggiare i 40 anni a casa in Italia, per lanciare un’arringa garantista a favore del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che è agli arresti domiciliari. Un parallelo che, tranne la battaglia contro la carcerazione preventiva, non ha molti punti in comune. Toti non è in carcere in un paese straniero ma ai domiciliari a casa sua per decisione, che certo si può discutere, della giustizia italiana. Dopo di che ci si infila dentro anche la tragedia dei suicidi in carcere.

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Poi la trasmissione approfondisce i due casi separatamente, va un servizio sul ritorno di Ilaria Salis a casa in cui si svela che ha occupato due immobili, poi si passa all’analisi dei precedenti penali, e così via.

Simonetta Matone, magistrata e deputata Lega fa il riepilogo del "curriculum "della neo eurodeputata e ricorda quando se la prendeva con le forze dell’ordine.

La giornalista Giovanna Vitale interviene: "Io inviterei a stendere un velo pietoso sui curricula dei politici italiani", riferendosi apertamente ai guai giudiziari di una ministra (in carica). Alessandro Sallusti tira dentro i 5 stelle che "hanno convinto i cittadini che si può andare al parlamento come al bar sport", e aggiunge "Quello che mi stupisce è la selezione della classe dirigente". E non si sa in che paese abbia vissuto negli ultimi 50 anni.

Poi si passa ad approfondire il caso Toti. Si rilancia la posizione garantista, adombrando motivazioni politiche sulla scelta del magistrato di tenere Toti ai domiciliari. Facci parla di ordinanza "eversiva".

E’ poi il momento del caso Signorelli. Si tratta della pubblicazione delle chat del portavoce del ministro Lollobrigida in cui "scherzava", tra insulti antisemiti e altre amenità, con Fabrizio Piscitelli Diabolik, definito nel servizio di presentazione banalmente "capo ultras". Porro si preoccupa di questa "vicenda umana". Ciò che è al centro della riflessione del conduttore è che sia stato "sbattuto il mostro in prima pagina". La giornalista che si occupa del servizio che ricostruisce la vicenda si chiede come sia possibile che una chat privata sia finita sui giornali: "qualcuno le ha date a giornalisti "amici"?" In sintesi si domanda come funzioni il suo lavoro. "Lui (Signorelli ndr) non è indagato, francamente questa è una cosa tremenda." dice Porro al rientro in studio, poi spiega : "Sono pubblicate chat private risalenti a 6 anni fa, di nessuna rilevanza , e a me fa paura: se si prendono frammenti della vita di ognuno di noi siamo tutti f***uti eh, scusate!". E chissà quanti hanno chat del genere con un pregiudicato.

Giovanna Vitale gli fa presente che Diabolik non era solo un capo ultrà, come definito edulcoratamente nel servizio, ma era un narcotrafficante, quindi ritiene che, pur non essendo oggetto di indagini, la notizia sia comunque rilevante, trattandosi di chat di un portavoce di un ministro che intratteneva conversazioni con quello che Wikipedia definisce "criminale". Sallusti parla di dossier, Matone, da ex magistrata, dice che il problema è il rapporto tra magistratura e media, e questo sì che meriterebbe un approfondimento.

Il primo giorno in parlamento europeo di Roberto Vannacci

La parte centrale della trasmissione è occupata dal racconto del primo giorno da eurodeputato di Roberto Vannacci.

Porro ricorda al neo eletto: "Lei è un provocatore, ha detto che lei è un ‘camerata’." E Vannacci, invitato a nozze, inizia uno dei suoi fantasiosi "spiegoni": "Il termine cameratismo indica legami di chi condivide la vita militare…E’ il valore originale del termine". Cambio di titolo: "Vannacci sfida il politicamente corretto in Europa", un titolo che non c’entra assolutamente nulla con quello che Vannacci sta dicendo, ma che rimane in sovrimpressione per tutto il periodo in cui parla, non toccando quel tema. Perché ci sia quel sottopancia, Dio solo lo sa.

Antonio Padellaro chiede all’europarlamentare: "Sono incuriosito fortemente: cosa farà di questi 500mila voti Vannacci, un movimento? Un partito? Oppure se ne starà buono?" Risposta: "Per cercare di aumentare questi voti bisogna dare risposte concrete. Un ombrello culturale, i valori non ci sono più." Lo incalza Padellaro a cui questa risposta inutile non basta, e lui un po’ cede :"C’ho un mio piano, in Europa contrastare la deriva dell’ideologia green e poi la parte ideologica e di stile vita è importantissima, la gente viene coinvolta in questa realtà, sulla questione identitaria". Il giornalista a questo punto lancia la più clamorosa delle accuse al generale: "Lei parla da doroteo, democristiano della corrente dorotea!".

Vannacci, lo scontro con Ilaria D’Amico

Ma non è finita qui, perché il generale deve vedersela anche con Ilaria D’Amico che torna sul giro di parole con cui il generale ha "spiegato" il suo definirsi "camerata": "Non sono d’accordo su niente", esordisce la D’Amico, che continua: "Vannacci parla tanto di storia, e la storia ha un peso e marchia le parole, se lei decide di qualificarsi "camerata", sceglie di usare una parola segnata dalla storia, una parte della storia che io rifiuto e non mi accetto che la usi chi è dentro le istituzioni democratiche, così come ha deciso di citare la X Mas, sappiamo quali sono stati i suoi cavalli di battaglia, i termini di normalità e non normalità che vorremmo superati. Giorgia Meloni ha imparato a stare molto attenta ai termini che usa, la sua compagine lo è molto meno. Tanto che quando va in Europa balla da sola". Davanti a tutte queste osservazioni di Ilaria D’Amico, Vannacci non risponde a nulla perché Porro taglia e passa la parola prima a Ruggeri, poi al collegamento con Buxelles e poi si salutano tutti gli ospiti e si passa ad altro.

Più tardi Vittorio Sgarbi dice che il generale ha preso tanti voti perché in realtà parla "di amore, di sentimenti e di dolcezza".


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