Porta a Porta, il dibattito sull’aborto lo fanno (solo) gli uomini. Scelta dissennata di Vespa, i social si ribellano
Nella puntata di ieri, svista clamorosa della Rai. In studio, a parlare dell'emendamento antiaborto, c'erano soltanto sette maschi. Critiche pesantissime sul web.
Si alza il polverone, e il tema è serissimo. Perché ieri, giovedì 18 aprile 2024, nella puntata di Porta a Porta si è parlato (anche) di aborto, affrontando l’emendamento al disegno di legge sul PNRR, che imporrebbe associazioni antiabortiste all’interno dei consultori regionali. Il vero scandalo, però, è che a discutere della tematica in studio c’erano solo uomini. Sette, per la precisione, e nessuna donna, quando l’argomento lo avrebbe caldamente richiesto. Si alza perciò la protesta sul web, con i social in delirio e tantissimi commenti al veleno. Vediamo qui sotto tutti particolari.
Porta a Porta, solo uomini sull’aborto
Il governo (o meglio, Fratelli d’Italia) propone un emendamento. Serve ad inserire, nel disegno di legge che riguarda il PNRR, la legittima presenza di associazioni antiabortiste nei consultori. Un terremoto che scuote la politica, affrontato ieri sera a Porta a Porta, con un piccolo (si fa per dire) problema di fondo. Dato che ne hanno parlato degli uomini, e basta. Erano in sette, gli ospiti nello studio tv di Bruno Vespa, mentre nessuna donna era stata chiamata a commentare. Una "svista" clamorosa, quasi incredibile.
Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news su TV, personaggi e gossip? Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Entra nel canale WhatsAppPerché chi, più di una donna, ha il diritto di commentare sulla proposta antiaborto di Fratelli d’Italia? Come si è detto spesso, e con senno, il corpo è della donna, e sua è la scelta. Fuori dallo studio sono state in tantissime, infatti, a parlare contro l’emendamento, o comunque a intavolare una discussione civile sul reale significato della scelta di FdI. Da Vespa, invece, la palla se la sono passati solo uomini, come detto. E non è certo una bella notizia per Viale Mazzini, che già in questi giorni sta facendo i conti con la botta, durissima, dell’addio di Amadeus. Ora insorge la polemica per un motivo molto diverso, certo, ma quanto è accaduto non fa che dare ulteriore conferma, ci pare, della confusione in cui si barcamenano al momento i vertici della Rai.
I social all’attacco
Le bordate più forti sono arrivate su X, l’ex Twitter. Via social è risuonato potente il grido di protesta, con post di fuoco, e commenti avvelenati. "L’immagine di una società maschilista e patriarcale", ha scritto Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE, aggiungendo poi la sentenza ironica: "Sette uomini che dibattono sull’aborto, con una donna ecografista ripresa di spalle". "A Porta a Porta sette uomini a parlare di aborto dopo la partita di calcetto", si è lamentato un altro utente, mentre qualcuno ha rincarato: "Ma adesso parliamo di aborto con 7 uomini e 0 donne".
Intanto, a Madrid, la ministra per l’Uguaglianza spagnola Ana Redondo ha protestato su X per l’emendamento: "Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini". Ma lo scandalo più grande, oggi, resta l’incredibile disparità di genere mostrata ieri a Porta a Porta.