Pinocchio di Guillermo Del Toro è su Netflix: che lezione a Disney

Il film del regista messicano realizzato in stop-motion stupisce e incanta, ma soprattutto capisce Collodi: i temi e l’ambientazione nel periodo fascista

Pinocchio di Giullermo Del Toro
Fonte: Ufficio Stampa Netflix

Netflix porta a scuola Disney. O meglio, a farlo è Guillermo Del Toro. Pinocchio di Guillermo Del Toro è da oggi disponibile su Netflix (e in alcune sale) e sembra aver trovato la formula giusta per uno dei grandi classici della narrativa per ragazzi. A una tecnica stop-motion ben curata e a un’atmosfera a tratti irresistibile si aggiunge anche l’ambientazione, in pieno periodo fascista, e una rielaborazione dei temi obbedienza (e soprattutto disobbedienza) azzeccata e finalmente in linea con l’opera di Carlo Collodi. Il tutto a due mesi esatti dall’uscita di Pinocchio su Disney+, l’ennesimo remake live action del secondo classico Disney, povero di idee (sbagliate) e ricco di temi alla rinfusa, trascurando e mancando quasi di rispetto all’originale messaggio dello scrittore toscano. Insomma, un grande successo da una parte, una bella batosta dall’altra.

Pinocchio di Guillermo Del Toro: com’è e di cosa parla, il periodo fascista

Disponibile dal 9 dicembre su Netflix, Pinocchio di Guillermo Del Toro colpisce subito per la sua estetica spettacolare, il design dei personaggi incredibile (in particolare del povero Geppetto e del protagonista, finalmente un burattino imperfetto – come d’altronde è – ricavato da un ceppo di scarto), una Toscana affascinante e allo stesso tempo credibile e il giusto mix tra tinte cupe e più luminose. Non una cosa da poco, considerando che la stop-motion è da sempre "vittima" di Tim Burton che, involontariamente, con i suoi capolavori ha diffuso uno standard quasi horror da cui è difficile uscire.

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Non c’è da stupirsi perché stiamo ovviamente parlando di Del Toro – e quindi di un grande regista – ma oltre al comparto scenografico-estetico bisogna aggiungerci una grande lettura (e rilettura) del classico di Collodi. L’ambientazione anni Trenta, in pieno periodo fascista, si interseca alla perfezione coi temi della storia: obbedienza al nonno e alle regole, disobbedienza al regime. Un grande spartiacque, esaltato dal regista messicano.

Disney, che batosta

Sarebbe impossibile parlare di tutti gli adattamenti cinematografici di Pinocchio; quel che è certo è che dopo la pellicola di Garrone e, soprattutto, il live action Disney firmato da Robert Zemeckis (con Tom Hanks nei panni di Geppetto), Pinocchio di Guillermo Del Toro è pura aria fresca. A livello di animazione il burattino non raggiungeva certi livelli dai tempi del classico Disney (1940) o, in Italia, dalla firma di Giuliano Cenci del 1971. Disney incassa il colpo, Netflix sorride; un vero peccato però non vedere Pinocchio di Guillermo Del Toro nelle sale, dove dovrebbe essere (mentre sarà solo limitatamente in pochi cinema).


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