Per un pugno di dollari: non solo spaghetti western

Considerato erroneamente il primo western della storia, il capolavoro di Sergio Leone torna in tv il 5 agosto su Rai 3: ecco cinque curiosità sul film

Per un pugno di dollari
Fonte: Ufficio Stampa Rai

È senza dubbio uno dei film che hanno segnato per sempre la storia del cinema, uno di quei capolavori senza tempo che nonostante il tempo che passa rimarranno impressi nella memoria di chiunque. Stiamo parlando di Per un pugno di dollari, tra le più famose pellicole western firmate da Sergio Leone con con le meravigliose musiche di Ennio Morricone, che il 5 agosto torna in tv nella prima serata di Rai 3.Ma siete sicuri di sapere proprio tutto sul film considerato uno dei capisaldi del genere western? Ecco cinque curiosità che forse non conoscevate.

L’accusa di plagio di Akira Kurosawa

Probabilmente in molti sanno che la sceneggiatura di Per un pugno di dollari, uscito nel 1964, è un riadattamento della pellicola giapponese La sfida del Samurai, diretto nel 1961 dal celeberrimo Akira Kurosawa. Leone, però, non ha mai dichiarato l’intenzione di farne un remake, incontrando così il malcontento del regista giapponese. Non avendo pagato i diritti del film, Sergio Leone è andato incontro ad una questione legale sollevata dallo stesso Kurosawa: il film è uscito nelle sale in tutta Italia senza che la produzione avesse mai pagato la Toho Film (casa di produzione giapponese). Così, dopo una lunga battaglia, Akira Kurosawa è stato ricompensato con i diritti di distribuzione della pellicola in Giappone, a Taiwan e in Corea del Sud, guadagnando il 15% degli incassi ottenuti in tutto il mondo.

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I nomi stranieri sulla locandina

Negli Anni ’60, quando Sergio Leone ha fatto il suo ingresso nel mondo del western, quest’ultimo era un genere già molto conosciuto e apprezzato negli Stati Uniti. Un nome italiano, invece, non avrebbe attirato la stessa attenzione, né avrebbe dato fiducia agli spettatori d’oltreoceano. Ed è per questo motivo che il regista ha scelto di utilizzare uno pseudonimo, che sarebbe comparso sulla locandina di Per un pugno di dollari: Sergio Leone è quindi diventato Bob Robertson, un nome di fantasia scelto dal regista come omaggio a suo padre, regista e attore noto come Roberto Roberti (il suo vero nome era Vincenzo Leone). Anche Ennio Morricone, che ha composto l’intera colonna sonora del film ed era agli esordi della sua carriera, ha firmato le proprie composizioni con lo pseudonimo di Dan Savio, mentre l’attore Gian Maria Volonté si faceva chiamare John Wells.

La scelta quasi casuale di Clint Eastwood

Per il primo film della "trilogia del dollaro", Sergio Leone aveva in mente di scegliere un cast ricco di grandi star del cinema. L’idea era di affidare il ruolo da protagonista, Joe, ad attori del calibro di Henry Fonda, James Coburn e Charles Bronson, all’epoca all’apice del loro successo. I divi, per diversi motivi, hanno però rifiutato la parte: il primo non ha nemmeno mai ricevuto il copione dal suo manager, che ha liquidato Leone con un telegramma; il secondo chiedeva un cachet troppo alto rispetto al budget del film, mentre l’ultimo non riteneva il copione all’altezza (pentendosi a posteriori della sua decisione). Quando la scelta del protagonista sembrava ormai impossibile, un’agente ha contattato la Jolly Film (la casa di produzione del film) proponendo un giovane attore che aveva visto recitare in Gli uomini della prateria: Clint Eastwood. Il suo nome era sconosciuto ai più, e il regista l’ha ingaggiato con non poche riserve, convinto soprattutto dalla cifra molto più bassa richiesta dall’attore. Ma con il tempo quella del giovane Eastwood si è rivelata una scelta vincente.

Un film girato in silenzio

Come spesso accade per i film western, Per un pugno di dollari è stato girato interamente in muto. Ciò significa che i dialoghi, la musica e qualunque effetto sonoro sono stati aggiunti successivamente, in fase di montaggio e produzione. Quelle che sentiamo nella pellicola, quindi, non sono affatto le voci degli attori: le battute sono opera di doppiatori professionisti. Non avendo un audio originale, poi, è stato molto più semplice distribuire la pellicola in tutto il mondo, anche se è complesso individuare una versione originale del film: in ogni Paese era infatti possibile inserire effetti speciali, dialoghi, effetti sonori e musica a proprio piacimento.

Un successo non immediato

Nonostante si parli di Per un pugno di dollari come la prima vera pellicola western, il genere esisteva già da tempo ed era diffuso soprattutto negli Stati Uniti. Anche in Europa erano stati girati film western, ma non avevano mai riscosso successo. Quello che sarebbe poi diventato un capolavoro degli spaghetti western, però, non è stato subito accolto come tale: il genere era ormai considerato vecchio e in declino, e nessuno voleva investire su una pellicola come questa. Dopo numerosi no e porte in faccia, però, Sergio Leone è riuscito a ottenere il successo sperato, portando il suo film in tutta Italia e poi in tutto il mondo.


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