Paola Barale: “I giudici di Ballando si aspettano troppo da me”

A pochi giorni dalla quinta puntata del talent show di Rai 1, la conduttrice ci ha raccontato le sue emozioni e i suoi progetti per il futuro, tra tv e teatro.

Fonte: Ufficio Stampa Rai

C’è chi l’ha criticata perché è apparsa troppo ingessata, chi l’ha lodata per le sue capacità tecniche e chi ha amato alla follia i suoi look. Comunque la si pensi, Paola Barale è una delle protagoniste indiscusse dell’edizione 2022 di Ballando con le Stelle. Un programma che lei stessa definisce "un frullatore che mi sta facendo girare come una pazza", e che ha accolto subito con grande entusiasmo. Ed è proprio questa, per lei, la parola d’ordine: "Io sono venuta qui con tutta la consapevolezza di avere dei limiti e con la voglia di mettermi in gioco per superarli. Non voglio vincere, perché anche se lo facessi non mi cambierebbe la vita: non si vincono contratti né soldi. Vorrei arrivare alla finale: quando mi ricapita di avere a disposizione tutta questa meravigliosa giostra?". Così, nonostante le numerose stroncature ricevute dalla giuria, la conduttrice non si dà per vinta, e sabato 5 novembre torna in pista per affrontare una nuova coreografia. A pochi giorni dal nuovo appuntamento con il dance show di Milly Carlucci, ci ha raccontato le sue emozioni e tutto ciò che si cela dietro le quinte delle sue spettacolari esibizioni, ma anche i suoi progetti per il futuro.

Siamo ormai giunti alla quinta puntata di Ballando con le Stelle: finora si ritiene soddisfatta della sua esperienza?

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Me lo chiede proprio nella settimana sbagliata, visto che ho finito l’ultima puntata con -10. Però sono contenta di come sta andando, è un programma che mi piace e mi sta dando tanto. Sto imparando molto e, soprattutto, mi sto divertendo.

Balla con il professionista Roly Maden. Come si trova con lui?

Mi aiuta molto, ha tantissima pazienza ma è anche molto esigente. Sono felice che Roly mi accompagni in questo percorso e accetti di fare coreografie non proprio così lineari, ma un po’ contaminate: ha capito esattamente il senso della nostra coppia. Siamo diversissimi, ma per me è un valore aggiunto.

In cosa siete diversi?

Lui è distante da me per cultura e per gusti personali: io la samba non l’ho mai ballata nella mia vita. Impararla in una settimana è stato difficilissimo. Io sono più da techno, una cosa lontana anni luce da Ballando con le Stelle. Ma è proprio questa la sfida.

Non le piace vincere facile, quindi.

Voglio che le cose non siano mai uguali a se stesse. Ho sempre voluto cambiare, fare sempre la stessa strada mi annoia. Amo il rischio, ma spesso ci vado un po’ con i piedi di piombo: sono una "rischiatrice con prudenza", se così posso dire. So che è un paradosso, ma io stessa sono un paradosso; sono un po’ naïf.

Dopo le sue ultime esibizioni i giudici le hanno chiesto di lasciarsi andare e di dare di più a livello di interpretazione: sente di non essere ancora perfettamente a suo agio in pista?

Nessuno di noi è un professionista, altrimenti non saremmo qui. Ognuno ha determinate caratteristiche: io sono una persona espansiva e istintiva, ma sono anche molto trattenuta. Forse è anche una questione culturale. Sono piemontese: non sono tipicamente nordica, ma inevitabilmente ci sono delle cose che ti rimangono.

Cosa intende?

Ho un senso del pudore molto radicato. Crescendo si creano delle corazze, delle situazioni per cui più si va avanti più lasciarsi andare diventa faticoso. Io non credo di fare più fatica di altri, semplicemente lo dicono di più a me. Poi c’è un’aspettativa abbastanza alta, ma non so per quale motivo.

C’è qualcosa, oltre al lato caratteriale, che la blocca?

Ho 55 anni, ho dei problemi alla schiena, e ho delle difficoltà oggettive come tutti. E, soprattutto, questo tipo di esibizione non è esattamente quello che ho fatto negli ultimi 25 anni. In più, è da un po’ che non frequento la tv in modo così assiduo. Quindi sento una pressione continua da parte dei giudici. Tutte queste cose più che stimolarmi mi limitano.

Crede che, a volte, siano stati troppo severi?

Devo dire la verità, non credo di essere così pessima da meritare -10 punti. Sto facendo un percorso che potrebbe essere sicuramente più brillante, ma non è neanche così negativo. Io sono soddisfatta di me: seguo Ballando da sempre, e negli anni ho visto molto peggio. Non è una giustificazione, però rientro nella media.

C’è un giudice in particolare che teme di più?

Non ho soggezione, però sicuramente mi piacerebbe avere un buon voto da Carolyn Smith. In più non penso di essere particolarmente simpatica a Zazzaroni: non ne capisco il motivo, anche perché non ci conosciamo, ma sono sicura di non essere tra i suoi concorrenti preferiti.

A livello tecnico, però, è stata più volte elogiata.

Ha capito? Eppure mi danno i voti bassi. È questo che mi fa sorridere.

Aveva già avuto modo di studiare danza in passato?

Non esattamente. Quando facevo Buona Domenica mi è capitato di confrontarmi con piccole coreografie, ma erano altri tempi. Avevo un’altra età e un’incoscienza diversa.

Nelle esibizioni anche il look ha la sua importanza: come li sceglie?

Milly mi dà una reference, io mi confronto con il mio stylist e da lì parte l’idea. La costumista, poi, disegna un bozzetto: una volta approvato, passa nelle mani dei sarti della Rai, che lo confezionano dall’inizio alla fine. Ogni settimana, quindi, c’è una cosa nuova: questo secondo me è bellissimo, perché è un’altra forma d’arte che riguarda il programma.

Quanto lavoro si cela dietro ogni puntata?

Ogni coppia funziona così: è formata da un maestro e un concorrente, ma anche da un regista e un autore. È un gruppo che cerca di raccontare una storia. Il sabato, dopo la puntata, decidiamo quale tipo di ballo vogliamo fare. Il lunedì, poi, c’è una riunione con tutti loro e con Milly, che ha già le idee ben chiare, per stabilire tutti i dettagli: musica, coreografia, costumi. Come si faceva nei programmi di una volta

Ha citato spesso Milly Carlucci. Che rapporto avete?

Le sono molto grata per avermi chiesto per l’ennesima volta di partecipare in un momento in cui avevo veramente bisogno di fare qualcosa di straordinario. E questo per me lo è.

Perché ne aveva così bisogno?

Il mio mondo era diventato un po’ pesante. Ballando mi ha catapultata da un’altra parte. Avevo voglia di fare una cosa gioiosa: voglio portare l’allegria nel sabato sera di Rai 1. Io ho bisogno di leggerezza, che, però, non è superficialità. Mi ha ridato quell’entusiasmo che ultimamente non avevo. Oltre al fatto che mi sta mettendo decisamente in forma, a parte i lividi. Finora ancora reggo, ma non ho più 20 anni e capita che ogni tanto mi faccio male.

Durante queste prime puntate ci sono state diverse discussioni, una su tutte l’affaire Lucarelli-Biagiarelli. Cosa pensa di questa polemica?

Io sono fuori da ogni dinamica di questo tipo. È proprio la tv che non mi piace. Non metterei mai in piazza i fatti miei, anche se non voglio criticare chi lo fa. Se uno ha la necessità di raccontarsi perché ha un messaggio da dare, ben venga. Ma io quando ho qualcosa di personale lo condivido a casa mia, con le persone a cui voglio bene.

Torniamo alla tv allora. Che tipo di programma le piacerebbe condurre?

Ce ne sarebbero tanti. Tutte quelle trasmissioni in cui, appunto, non esiste il gossip, ma soltanto i confronti, le interviste. Più di tutto l’intrattenimento. Per me il cinema, il teatro, la televisione, devono essere delle situazioni dove uno va e sogna.

Questa sua assenza è dovuta al fatto che non riceve proposte interessanti?

La tv è molto cambiata in questi anni. Se avessi voluto frequentarla sarei andata ai mille reality show che mi hanno chiesto di fare. Io però non ho voglia di farli. Non perché ce l’ho con questi programmi, ma perché non mi piacciono i contenuti. Se sviluppati bene possono anche essere interessanti, ma non mi appartengono. Ballando, infatti, mi piace perché non è un reality, è un talent show dove tu vai a imparare qualcosa.

Negli ultimi anni ha debuttato in teatro: cos’ha in più rispetto alla televisione?

È una forma d’arte totalmente diversa. Però penso che Ballando con le Stelle possa servirmi anche per questo: sto cercando di liberarmi dagli imbarazzi, con una comunicazione più fisica. E quando sei su un palcoscenico, senza telecamere o schermi, devi arrivare anche a chi sta in fondo alla platea. Il teatro è meraviglioso, ma anche lì ho avuto bisogno di un po’ di tempo per entrarci.

Come ci è riuscita?

Soprattutto grazie ai miei compagni di viaggio. Nel mio primo spettacolo, Se devi dire una bugia dilla grossa, ho avuto la grande fortuna di lavorare con Paola Quattrini, che è un’attrice meravigliosa. Nel secondo, che si intitola Slot, ho avuto al mio fianco con un attore bravissimo e giovane, Mauro Conte, che è stato davvero prezioso per me. Mi ha accolta, mi ha presa tra le sue braccia e mi ha aiutata a capire meglio cos’è il teatro. Ma devo ringraziare anche gli altri colleghi, come Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Nini Salerno.

Quindi tornerà a recitare?

Certo, è una promessa: una volta finito il programma. Alla mia età, ritrovare l’emozione di quando ho cominciato è bellissimo. È ciò che ti fa sentire viva, a volte ce lo dimentichiamo. Ma avere la fortuna e il coraggio di potersi rimettere in gioco è un grande regalo che ti fa la vita. E io sono molto grata per questo.

Di Letizia Bonardi

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