Oliviero Toscani colpito da una malattia incurabile: “Ho vissuto troppo, non temo la morte”

Il fotografo 82enne ha confessato di essere affetto da amiloidosi, per cui non esiste ancora una cura: “Vivere così non m’interessa, non voglio un funerale”

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

Content editor

Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

Oliviero Toscani si confessa. In un’ampia intervista al Corriere della Sera, il fotografo milanese ha svelato di essere stato colpito da una malattia incurabile: l’amiloidosi. A 82 anni, dopo avere perso 40 chili, Toscani si sta sottoponendo a una cura sperimentale per il suo problema, ma la consapevolezza sembra già avere preso il sopravvento: "Ho vissuto troppo, non temo la morte" ha raccontato il fotografo. Scopriamo cosa ha detto e tutti i dettagli.

Oliviero Toscani: la malattia incurabile

Milanese classe 1942, Oliviero Toscani è una delle figure più importanti della storia della fotografia italiana, modellandone il panorama del XX secolo e collaborando con più grandi. Oggi, a 82 anni, il fotografo si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, confessando di essere arrivato a nuova fase della sua vita dopo avere scoperto di essere affetto da una malattia incurabile. "Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all’improvviso ne avevo 80" ha spiegato Toscani, raccontando la diagnosi: "Alla fine di giugno mi sono svegliato con le gambe gonfie (…) All’ospedale mi hanno diagnosticato un problema al cuore". Poi, però, ulteriori esami hanno permesso di individuare l’amiloidosi, rara patologia che colpisce la deposizione delle proteine: "In pratica le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore. Non c’è cura".

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Le cure, la morte e il ricordo: come sta il fotografo

Oliviero Toscani attualmente sta provando a sottoporsi a una cura sperimentale ("Faccio da cavia") ma, dopo aver perso 40 chili in un anno, non ha nascosto una certa consapevolezza ("Vivere così non mi interessa") riguardo il futuro: "No, non ho paura di morire. Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo". Dopo una carriera durante la quale ha collaborato con i più grandi, realizzando scatti indimenticabili il fotografo non ha dubbi sul motivo per il quale vuole essere ricordato: "Per l’insieme, per l’impegno. Non è un’immagine che ti fa la storia, è una scelta etica, estetica, politica da fare con il proprio lavoro». Nessun dubbio neanche sul saluto: "Non voglio un funerale. Mi portino a bruciare e via. Vivere vuol dire anche morire, eppure nessuno parla della morte. Si vive come imbrogliandosi, perdendo tempo".


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