Notti Europee, catastrofe Italia. De profundis corale e Paola Ferrari furiosa: ”Un film horror con Spalletti regista”

Delusione e polemiche nella puntata di sabato 29 giugno del programma di Rai Uno a commento dell’ignominiosa uscita dell’Italia da Euro 2024

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Disastro Italia: la squadra di Spalletti viene eliminata giustamente da Euro2024 agli ottavi di finale, dopo quattro prestazioni, una peggio dell’altra, incassando ben 2 gol da una Svizzera che ha dominato in campo per novanta minuti. Un’eliminazione che brucia, una figuraccia epica, che rimarrà nella storia della nostra nazionale, che negli ultimi anni già ci aveva regalato "notti magiche" come quella della sconfitta con la Macedonia del Nord che era costata agli azzurri la qualificazione al mondiale. Ma un tracollo come quello che si è visto in questi Europei si fa veramente fatica a ricordarlo.

Questo è il contesto in cui, sabato 29 giugno, dopo il tg1 e a caldissimo, va in onda una nuova puntata di Notti Europee, l’ultima dedicata al commento di una partita degli azzurri. E il clima in studio è quello che regna in tutte le case, i bar, i punti di ritrovo di tutto lo Stivale, tra rabbia e incredulità.

A sintetizzare lo stato d’animo che regna sovrano in studio dopo Italia-Svizzera è la prima frase della serata di Paola Ferrari che spiega: "Io sono rimasta senza parole per molti minuti perché mi sembrava di vedere un film horror e alla regia non c’era Dario Argento, c’era Luciano Spalletti". La conduttrice come la maggioranza dei tifosi è veramente inviperita e lancia subito il sasso: "Molti italiani sui social protestano e vorrebbero già un cambio sulla panchina dell’Italia. E’ vero, Spalletti ha avuto pochissimo tempo, ma davanti a questo disastro forse ci vorrebbe un cambio di rotta presto".

Insomma, la domanda è: davanti a queste macerie, da dove ripartire?

Sicuramente il mister azzurro non ha fatto bella figura come ct della nazionale, ma neanche a bordo campo a fine partita quando ai microfoni della Rai ha detto: "Ci è mancato ritmo e freschezza. Non siamo in grado di fare più di questo". La seconda parte è una resa incondizionata, la prima la ricerca di una scusa che non regge minimamente come fa notare, con sarcasmo, Tony Damascelli: "Per quanto riguarda la freschezza non so che aria condizionata abbiano avuto gli Svizzeri…". E bisogna dargli atto che, l’unico a usare i termini corretti per raccontare le disastrose tre partite della nazionale a Notti Europee, mentre in molti edulcoravano la situazione, è stato proprio il giornalista addetto alle pagelle che più avanti è lapidario, sostenendo che nel calcio italiano: "E’ da cambiare tutto completamente".

L’unico essere umano che si presenta con un sorriso a 36 denti in questa serata che è un lungo e corale "de profundis" è l’ambasciatrice svizzera in Italia, in collegamento dalla sua residenza di Roma, che giustamente se la ride. Marco Mazzocchi la accoglie con tutta la sincerità che meritano i momenti epocali: "Lei sorride e ha ragione. Io in verità l’avevo invitata pensando di doverle dire parole di conforto dopo la partita, invece è successo il contrario."

In questa serata all’insegna della più cocente delusione, delle recriminazioni e della consapevolezza che non basta indossare la maglia azzurra per essere campioni, per sorridere bisogna arrivare alla fine della puntata, quando Marco Mazzocchi annuncia il consueto collegamento "di colore" con un "triste e solitario Umberto Martini nella metropolitana di Berlino". L’inviato si trova sulla banchina della stazione limitrofa allo stadio dove passano i vagoni che portano verso il centro, pronto, per l’ultima volta, a intercettare qualche tifoso italiano per testare lo stato d’animo di chi ha seguito la debacle azzurra dagli spalti. Mentre è in collegamento con lo studio passa la metropolitana e Martini, avvicinandosi al vagone spiega: "Ho visto un tifoso italiano dentro, salgo così nel frattempo prendo anche la metropolitana, perché sto qui ormai da tanto e i controllori si stanno anche insospettendo"… Le premesse sono ottime. Nemmeno il tempo di salire sul vagone e l’inviato si accorge che il tifoso con la maglia dell’Italia scendeva, mentre lui stava salendo. Non dandosi per vinto spiega, tra le risate dello studio …"Il tifoso italiano che era su è sceso, quindi scendiamo anche noi" Finalmente lo raggiunge sulla banchina e può fargli la domanda che si è preparato: "Come ha vissuto la partita?" e qui c’è l’esilarante colpo di scena, perché il signore con la maglia dell’Italia risponde: "No hablo muy bien italian". Ma Martini insiste e, in una stazione deserta, continua la conversazione, lui in italiano e l’interlocutore in spagnolo sudamericano: "E perché ha la maglia dell’Italia allora?" Dalla risposta articolata del passante, le uniche parole comprensibili sono: "Sono messicano, per Maradona tifo Italia, Roberto Baggio". Ma niente, Martini non si arrende e prova addirittura ad andare sul tecnico: "Quale può essere un nome per il futuro dell’ Italia? Quale può essere el hombre del destino?" chiede, davanti all’uomo che riflette e palesemente non ha capito un acca. Alla fine, anche l’inviato di Notti Europee deve alzare bandiera bianca interpretando lo sguardo perplesso che ha davanti: "Questa faccia dice tutto", e passa la linea allo studio. Dove, mestamente, la puntata si conclude.


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