Non sono una signora: Alba Parietti convince ma c'è una grossa delusione. Siffredi out

Lo show con le drag queen piace per lo stile della conduttrice e le tre "regine". Ma manca un po' di brio e Magnini, Maionchi, Salerno e D’Avena fanno flop

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

C’era grande attesa per la prima puntata di "Non sono una signora", il programma che riporta Alba Parietti in prima serata, per cinque giovedì su Rai 2 e che nei mesi scorsi ha subito una serie di slittamenti accompagnati da più di qualche polemica. Ora che i palinsesti balneari hanno lasciato ampi spazi liberi possiamo finalmente vedere il game show che si propone di giocare con l’arte delle drag queen, impegnando in ogni puntata cinque personaggi noti alle prese con tacchi, glitter, femminilità e ironia.

Le regine drag rubano la scena agli investigatori vip

Ma come è andata la prima puntata di "Non sono una signora"? La prima cosa da dire è che Alba Parietti è apparsa in forma, perfettamente a suo agio e capace di dettare i tempi, coordinare e intrattenere, con un ritmo incalzante e coinvolgente. La sua conduzione è sicuramente l’elemento migliore di questa trasmissione. A farle da spalla in questo e a cercare di tenere alta l’attenzione dello spettatore sono sicuramente le tre regine drag chiamate a rivestire il ruolo di giurate: Vanessa Van Cartier, Maruska Starr ed Elektra Bionic. Sebbene meno velenose del previsto, alle tre non mancano all’occorrenza l’ironia e la battuta pungente, e la loro presenza è giustificata sia dalla conoscenza tecnica di tutte le sfaccettature dell’arte delle drag queen, sia dalla capacità di regalare glamour e brio a un contesto che, in realtà, speravamo più frizzante.

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La parte meno scoppiettante del cast, almeno in questa prima puntata, è risultata quella da cui, in tanti, si aspettavano di più. Ovvero i quattro ‘investigatori del glitter’. Se alle tre signore drag spetta il giudizio tecnico sulle performance delle cinque concorrenti, a Filippo Magnini, Mara Maionchi, Sabrina Salerno e Cristina D’Avena, divisi in due squadre, spetta il compito di scovare le identità celate dagli sfarzosi costumi e dagli stupefacenti make up delle queen in gara. Un compito che, per il momento, si limitano a portare a termine senza guizzi di ironia o di altro genere, che possano contribuire a vivacizzare lo show.

"Non sono una signora", concorrenti e performance della prima puntata

E veniamo alla gara. Tre prove, che si risolvono nel ristretto spazio temporale di due ore scarse, in cui vediamo i concorrenti impegnati in una camminata più fatale possibile su tacchi vertiginosi (cat walk), a cantare in sincro brani iconici (lip sync) dovendo dar prova di massima espressività, e infine a ripetere un numero proposto da una delle tre giurate che, nel caso della prima puntata, è stata un performance di Vanessa Van Cartier dedicata a Tina Turner.

E dal punto di vista del coinvolgimento, dello spettacolo e dell’intrattenimento, è stata proprio questa performance senza dubbio il momento più alto dello show, che questa settimana ha coinvolto Lorenzo Amoruso, Patrizio Rispo, Sergio Muniz e il più discusso (sui social) di tutti, e anche il primo ad essere eliminato a causa di una maggiore goffaggine rispetto agli altri concorrenti: Rocco Siffredi, che si è lasciato andare anche a un abbozzo di discorso contro l’omofobia nel video di backstage che documentava la trasformazione del re del porno in una regina dorata.

I concorrenti, una volta fatta la propria esibizione, vengono giudicati e alla fine di ogni manche si procede ad una eliminazione. A quel punto svelano la loro identità e raccontano molto brevemente di questa singolare esperienza. La durata extra small della trasmissione, rispetto a quelle che siamo abituati a seguire in prima serata, rende il passaggio da un momento all’altro piuttosto frettoloso e non lascia spazio a qualche battuta o spunto di spettacolo in più, e anche per questo si ha l’impressione di essere davanti a un format, così come lo abbiamo visto realizzato alla prima puntata, forse più adatto a una seconda serata.


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