Monica Setta: "Con Generazione Z ho capito meglio anche mia figlia"
La giornalista e conduttrice torna su Rai 2 con due format in cui esplora le mille sfaccettature dell'universo giovanile e di quello femminile. Le novità
Due pianeti tutti da esplorare e da raccontare, quello delle donne e quello dei giovani della Generazione Z (under 26), che spesso vengono rappresentati in modo distorto o superficiale e in cui invece si nascondono storie e temi tutti da scoprire.
A farsi carico di sfatare falsi miti e portare il pubblico nel cuore di questi due mondi pieni di complessità e portatori di temi di grande attualità in tv è la giornalista e conduttrice Monica Setta, che torna con le sue due trasmissioni Generazione Z e Donne al Bivio.
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Entra nel canale WhatsAppMonica Setta torna ad esplorare la realtà con Generazione Z e Donne al bivio
La prima è un viaggio al centro del mondo dei teenager e dei ventenni di oggi. Una generazione cresciuta all’ombra di crisi economiche, guerre, pandemie eppure portatrice di grandi sogni e anche di una grande volontà di impegnarsi per rendere il mondo un posto migliore per tutti. La trasmissione quest’anno vedrà in ogni puntata una sorta di confronto generazionale con la presenza in studio di ospiti che rappresentano la Gen Z e ospiti che rappresentano i loro genitori boomers. Nella prima puntata in onda il 10 ottobre in seconda serata su Rai Due vedremo, tra gli altri ospiti Paolo Conticini e Jasmine Carrisi, l’inchiesta principale verterà sul tema della droga.
L’attualità diventerà un tema centrale anche della nuova stagione di Donne al Bivio dove, insieme alle interviste di Monica Setta alle protagoniste di puntata si parlerà di un fatto di cronaca legato al femminile e al mondo delle donne. Si parte giovedì 12 ottobre, sempre in seconda serata su Rai 2 con Alba Parietti, Simona Izzo e Laura Ravetto.
Intervista a Monica Setta
Monica Setta, come sceglie i temi da trattare e il modo in cui approcciarsi a quei temi?
Sono una giornalista ormai navigata, e quindi faccio sempre quello, chiedo quello che chiederebbe l’agenzia, lì sono un po’ rimasta. Parto dal chiedermi: la notizia qual è? E poi da lì vado avanti. Parto sempre dall’attualità più calda, penso di non avere una cifra definita, mi faccio guidare dalle notizie.
Cosa rappresentano temi così e come vengono trattati dal servizio pubblico?
Lavorare nel servizio pubblico porta una responsabilità ben diversa che lavorare nel privato. Qui bisogna sempre tenere presente un aspetto di servizio, pedagogico in quello che si fa. Tendiamo a evitare certe derive. Ho fatto anni di cronaca rosa che ritengo ancora una grande scuola però in un programma che parla ai ragazzi dei ragazzi evitiamo magari il gossip spingendo invece sul coinvolgimento massimo dei ragazzi con cui lavoriamo molto anche durante la settimana. Donne e giovani sono due temi di strettissima attualità che vanno trattati con il giusto rigore. Io cerco di attenermi scrupolosamente al mio ruolo di cronista e a scomparire davanti all’interlocutore.
Lei ha una figlia ventenne, Gaia, questa generazione a volte così sfuggente, l’ha capita più da giornalista o da madre?
Sicuramente posso dire che questa generazione l’ho capita meglio da giornalista che da mamma. Spesso nel rapporto con i figli le incomprensioni e le rabbie possono prendere il sopravvento, perché una madre è porta ad agire anche d’istinto. Da giornalista invece, costretta ad un distacco maggiore ho potuto immergermi meglio nel mondo di questa generazione. E di questo me ne sono potuta avvantaggiare anche nel mio mestiere di madre. Mia figlia è anche venuta qualche volta in trasmissione l’anno scorso. Quest’anno non riuscirà perché è molto indaffarata, fa l’avvocato e quindi ha preso tutta un’altra strada però è stata una bella esperienza.
Cosa l’ha reso una esperienza diversa rispetto alle tante già nel suo bagaglio professionale?
Ho conosciuto davvero una bella generazione. Una generazione di cittadini del futuro consapevoli che, pur avendo vissuto in un momento storico segnato da terrorismo, pandemia, crisi economica, guerre riesce ancora a coltivare sogni e valori importanti. Sono molto interessati ai temi dell’inclusione, all’allargamento della platea dei diritti perché la platea non è mai grande abbastanza. E poi anche l’accoglienza nei confronti dell’altro e la sostenibilità, il fatto di riuscire a capire che la salvaguardia del proprio pianeta significa anche agire in modo etico e, alla fine, in modo economico.
Una cosa in particolare che ha scoperto di questa generazione lavorandoci e che l’ha lasciata stupita?
Ho scoperto che questi ragazzi tendono a tenere aperte molte porte e ad avere molti piani di vita diversi. Io da boomer sono stata abituata a lavorare sulla vocazione: a 14 anni ho deciso che avrei fatto la giornalista e ho concentrato tutte le mie energie su questo progetto. Questa invece è una generazione che non è giusto dire che non sa quello che vuole, ma che vuole anche permettersi di praticare più strade diverse contemporaneamente. Ho visto ragazzi studenti di giurisprudenza ma che coltivano anche la passione per la musica, futuri ingegneri che si mettono alla prova come pittori, universitari che nel tempo libero fanno volontariato in campi che nulla c’entrano con il loro indirizzo di studio. Insomma per questi ragazzi è normale lasciarsi aperte più strade, sono più eclettici. La vedo come una forma di grande voglia di sperimentare la vita in forme diverse.
Monica Setta, lei che si occupa da anni di donne e di economia, come commenta il premio Nobel per l’economia a Claudia Goldin, una donna che ha speso la sua vita per studiare il gender gap?
E’ stata una notizia bellissima, per tutti. Non solo per le donne e per i giovani, ma veramente per tutto il mondo. Abbiamo tanto bisogno di modelli in questo momento, la formazione dei giovani avviene attraverso i libri, ma anche attraverso modelli ispirazionali. Trovo che questo sia un modello bellissimo a cui soprattutto tante giovani donne potranno ispirarsi. Quindi è una notizia straordinariamente bella. Il gener gap è il tema dei temi, le donne hanno ancora tantissime difficoltà. E’ un problema strutturale che va affrontato seriamente con strumenti di diversa natura.
Un’ospite che sogna per Donne al Bivio?
Sicuramente Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Credo che le vogliano in questo momento tutti i programmi di attualità. Io le vorrei intervistare perché rappresentano il massimo dell’empowerment femminile. Sarebbe bellissima addirittura un’intervista doppia. Però le interviste più belle sono sempre le ultime. Vi consiglio di ascoltare l’intervista a Simona Izzo della puntata che andrà in onda il 12 ottobre, perché mi ha veramente stupito.
Quando si è trovata anche lei a un bivio nella sua vita?
Era il 2001, lavoravo a Io Donna, Maurizio Costanzo mi propose di condurre un programma televisivo, Donne allo Specchio. Io non avevo fatto mai tv, andò bene, ma a un certo punto il giornale mi diede un aut-aut: o la tv o il giornale. Io nel giro di poche ore decisi di dimettermi. Era un rischio, ma posso dire che è andato bene. La tv poi è diventata una parte fondamentale del mio lavoro e di lì a poco sono anche rientrata in un giornale andando a lavorare a Gente di Pino Aprile e Umberto Brindani.
C’è un modo diverso di parlare di donne tra donne?
Dal mio punto di vista no. Non ho un approccio particolare quando mi confronto con altre donne. Io sono figlia unica, non ho avuto sorelle, ho delle amiche storiche ma io sono una giornalista curiosa, ma una donna non curiosa, sono l’ultima a sapere tutto anche le cose delle mie amiche. Questo è diverso per le nuove generazioni, vedo che hanno un linguaggio tutto al femminile, e forse anche questa è una cosa nuova. Io, pur avendo amiche storiche non credo di aver quel tipo di legame e comunicazione femminile. Io poi, in realtà, sono sempre me stessa, sempre, comunque e con chiunque mi relaziono.